Evoluzione contagi, a Sciacca incidenza simile alle zone arancione di Agrigento e Canicattì
SCIACCA- L’ANCI-Sicilia è preoccupata e ieri pomeriggio l’Assemblea dei sindaci siciliani, svoltasi in videoconferenza, per valutare l’evoluzione della pandemia sui territori ha ribadito la necessità di chiarezza sul rapporto esistente fra la normativa nazionale e quella regionale con riferimento alle conseguenze derivanti dalla istituzione di zone gialle, arancione e rosse e alle condizioni giuridiche per emanare le eventuali ordinanze sindacali. Ha inoltre ribadito la necessità di avere a disposizione, Comune per Comune, dati certi e aggiornati sul numero dei contagiati e dei vaccinati e sulla eventuale incidenza dei ricoveri sulle strutture sanitarie per evitare il ripetersi dello stato di incertezza e di preoccupazione dei giorni scorsi.
“In tale incerto contesto, come amministratori abbiamo assistito alla crescente preoccupazione da parte del mondo scolastico e dei nostri concittadini per l’incremento esponenziale dei contagi ed abbiamo evidenziato con forza in una nota ufficiale e nel corso dell’ultima riunione della task force sulla scuola, l’assenza dei dati sull’andamento epidemiologico e l’inadeguatezza degli strumenti disponibili nelle strutture scolastiche, come la mancanza di mascherine FFP2 e dei necessari impianti di areazione nelle aule”, ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI-Sicilia.
“La posizione assunta da numerosi amministratori che hanno deciso di emanare le ordinanze (ex art. 50 del TUEL) tenendo conto dell’aumento esponenziale dei contagi – continua Orlando – è nata dalla necessità di scongiurare una reale condizione di pericolo che di fatto è poi stata confermata dalle ultime ordinanze del presidente della Regione, Nello Musumeci, che hanno sottoposto a provvedimenti restrittivi anti COVID – 19 e dichiarato in zona arancione, ben 149 comuni siciliani”.
“Chiediamo – conclude il presidente Orlando – inoltre che le altre istituzioni competenti e le autorità sanitarie si attivino per prevenire eventuali situazioni di pericolo rilevando e soprattutto arginando, in tempi rapidi, eventuali focolai”.
A Sciacca, la situazione epidemica, al contrario degli altri Comuni agrigentini, sembra passare sotto tono. Eppure, negli ultimi 12 giorni i contagiati si sono moltiplicati per 4,5 volte passando dai 220 del 4 gennaio ai 1.011 del 15 gennaio. In buona sostanza, Sciacca vive in pieno una curva epidemica che si impenna di giorno in giorno. Tutto sembra nella normalità e se il sindaco tace pare che tutto sia, appunto, nella norma. Domani le scuole riaprono e le attività didattiche si svolgono in presenza.
Eppure, l’incidenza dei casi a Sciacca su 100.000 abitanti è quasi sovrapponibile a quelle di Agrigento, o Canicattì, zone dichiarate arancione. Due città che, insieme a Sciacca, rappresentano i centri più popolosi (Agrigento 55.872, Canicattì 34.446). Eppure, l’incidenza dei casi su 100.000 abitanti (la formula che viene applicata considerando i soggetti in trattamento, i guariti e i decessi negli ultimi sette giorni) è simile: Agrigento 1.442,5 ogni 100.000 abitanti, Sciacca 1.156,6 e Canicattì 1.480,5.
In considerazione del vistoso incremento registrato a Sciacca negli ultimi 12 giorni, è il caso di far proprie le richieste dell’ANCI-Sicilia. Sarebbe opportuno che il sindaco richiedesse all’Asp di Agrigento un monitoraggio dettagliato e accurato. E’ vero che Sciacca vanta una ottima percentuale di vaccinati, ma questo “ottimo” valeva quando si ritenevano efficace scudo il ciclo di due dosi. Adesso c’è “il richiamo” che rinverdisce le difese anticovid, ma ad oggi non sappiamo esattamente la percentuale di popolazione sottoposta alla terza dose.
Le scuole non sono state dotate di mascherine FFP2, l’areazione è rimasta quella “manuale”, cioè con l’apertura delle finestre e con i bambini costretti ad auna temperatura che non è primaverile. Sarebbe davvero il caso di avere un quadro più dettagliato sulla situazione epidemica a Sciacca mentre è in fase di evidente evoluzione.
Filippo Cardinale