Elezioni, passate le feste resta ancora tanta confusione. C’è chi attende, ma anche chi pretende

SCIACCA-  EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

Se è vero che l’Epifania tutte le feste porta via dovremmo, a breve, aspettarci i rombi dell’accensione dei motori da parte dei partiti e dei movimenti politici cittadini in vista di una campagna elettorale ormai alle porte in occasione delle elezioni Amministrative prossime. Elezioni che si svolgeranno in primavera inoltrata.
C’è quiete politica in città, come se l’appuntamento elettorale non fosse imminente. L’unico ad aver fatto trapelare la sua discesa in campo è Fabio Termine, esponente del movimento Mizzica che, parrebbe, tenterebbe per la seconda volta la scalata a Palazzo di città.

Termine sta compiendo diverse consultazioni per comprendere se la sua coalizione può allargarsi ad altri protagonisti della vita politica locale. Ha compreso che i sistemi elettorali vigenti non amano il chi fa per sé fa per tre. Le elezioni amministrative rappresentano un mondo a parte con peculiarità diverse dalle altre competizioni elettorali.

Sembrerebbe sfumata la possibilità di un’intesa con il gruppo politico che fa riferimento a Michele Ferrara, un tentativo svanito nel nulla.  Termine non rinuncerebbe ad una sua candidatura voluta dal gruppo di giovani che, da anni, seguono l’ex consigliere comunale.

In casa PD è in corso una veglia, o se si vuole un cammino dell’attesa. Il camminamento è di modo e proliferano i camminatori. Ma l’attività fisica è cosa diversa da quella politica. Il Pd attende la decisione finale di Francesca Valenti che dovrebbe sciogliere il nodo di una sua possibile ricandidatura. In verità, il deputato regionale saccense del Pd, Michele Catanzaro, è da settembre che attente. Attesa che lo imbottiglia e lo silenzia, al contrario del segretario provinciale del suo partito, Simone Di Paola, che continua a tessere le tele con una pazienza da far invidia Penelope. Quest’ultima tesseva, scuciva e ritesseva. Di Paola, invece, manovra il suo telaio solo a costruire una tela di efficienza e di operosità dell’Amministrazione co0munale che è difficile vedere.

Il silenzio politico su questo argomento da parte del deputato Catanzaro lascia intendere che, in realtà, al loro interno le trattative siano già iniziate. La Valenti, stanca dopo cinque anni, definiti dalla stessa “devastanti”, sembrerebbe aver assunto in cuor suo la scelta di porre fine a questa esperienza con l’auspicio di poter concorrere per più prestigiose posizioni romane in occasione delle prossime elezioni politiche.

Sembra evidente che in casa PD occorrerà tenere alta la bandiera e ricercare, all’interno, colui che dovrà difendere il lavoro svolto dall’Amministrazione uscente. E’ Simone Di Paola il possibile nome che lo schieramento di centro sinistra potrebbe porre al tavolo delle trattive. Segretario provinciale del partito ed estimatore, allo spasimo, del sindaco uscente, Di Paola potrebbe rappresentare così la prosecuzione del progetto politico iniziato dalla Valenti nel 2017. Perché Di Paola non dovrebbe essere il continuatore di #cinqueannicosìbelli?

Nel centrodestra la sveglia non è ancora suonata. La discesa in campo di Forza Italia riveduta e corretta con Mario Turturici, Maria Antonietta Testone ed il neo forzista Nuccio Cusumano ha oggettivamente generato un terremoto violento ed inaspettato. Il gruppo Dipaoliano che, fino a quel momento aveva militato all’interno del partito di Silvio Berlusconi, è stato messo all’angolo ed accusato di non aver mai sugellato ufficialmente l’ingresso in Forza Italia, tanto da non aver nulla a pretendere nella riorganizzazione del partito a Sciacca.

L’approdo dell’ex senatore all’interno di Forza Italia ha subito destato non poche perplessità in tutti quegli operatori politici, di centrodestra, reduci dalla sconfitta di Calogero Bono nel 2017 e presenti negli scranni dell’opposizione in questi ultimi anni primo dello scioglimento “lampo” del Consiglio Comunale.

Ad oggi sembrerebbe prendere forma una coalizione di carattere civico che includerebbe al suo interno il gruppo denominato “Sciacca 2022” composto da Filippo Bellanca, Gioacchino Settecasi e Paolo Mandracchia. Prove di dialogo sono in corso anche con il gruppo di Michele Ferrara ed Alfredo Ambrosetti. Questa possibile coalizione ha al momento due freni a mano tirati: il primo la necessità di molti che all’interno della coalizione non spadroneggino simboli di partito ed il secondo la scelta del candidato sindaco.

Il gruppo di Fratelli d’Italia, composto oggi da Calogero Bono, Giuseppe Milioti e Gaetano Cognata, avrebbe ritrovato una certa serenità dopo le scosse sismiche dei mesi passati ma non ha ancora sciolto il nodo relativo alla possibilità di non presentare il simbolo e concorrere alle elezioni con una lista civica.
Il tasto dolente all’orizzonte è quello del consolidamento di questa coalizione, di natura varia, che dovrebbe poi trovare una sintesi comoda (a tutti) per vagliare il nome del possibile candidato.

Non è un mistero che, all’interno di questa parte politica, Fabrizio Di Paola e Calogero Bono vorrebbero ritentare l’ingresso al palazzo comunale di Via Roma. Nomi che, sembrerebbe, non siano ancora stati posti al tavolo ma che potrebbero non trovare il si definitivo da parte di tutte le componenti, soprattutto da quelle che rappresentano possibili nuovi ingressi di questo progetto politico.

Sbuca anche il nome di Ignazio Messina come possibile candidato a sindaco che giunge dal mondo dell’associazionismo e del civismo e che gode ancora del buon ricordo di tanti saccensi.

La partita è appena cominciata mentre, molti, auspicano nella nascita di un progetto nuovo e soprattutto capace di infondere nei nostri concittadini la speranza per una città migliore, più al passo con i tempi e meno figlia della cattiva burocrazia.

Sono convinto che occorre un serio cambio di passo tra i tutti i protagonisti della politica locale che dovranno comprendere lo stato di salute della città, i veri interessi, i veri bisogni. Coloro che avranno l’arduo compito di tentare la scalata al Palazzo dei gesuiti dovranno farsi carico di una città lasciata al suo tragico destino e che supplica di tornare ad essere competitiva in ambito regionale. Ma anche a riappropriarsi di una dignità che si è sbiadita col passare degli anni.