Carcere di Sciacca, per l’associazione Antigone è da chiudere: “Meglio farne un museo”

SCIACCA. Pubblichiamo un’inchiesta del quotidiano LA SICILIA in edicola oggi, tratta dati dati sullo stato degli istituti di pena italiani nel quale è compreso anche il carcere di Sciacca, oggetto nello scorso ottobre di una visita ispettiva da parte degli “osservatori” dell’associazione Antigone.

Dal 1998 l’associazione “Antigone” è autorizzata dal Ministero della Giustizia a visitare i quasi 200 Istituti penitenziari italiani e redige un rapporto annuale sulle condizione di detenzione in Italia, che è strumento di conoscenza per chiunque si avvicini alla realtà carceraria. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il diciassettesimo rapporto che fa riferimento alle visite svolte negli ultimi mesi del 2021. I rappresentanti di “Antigone” sono stati anche nei due istituti di pena della provincia di Agrigento, il “Pasquale Di Lorenzo” di contrada Petrusa, nel capoluogo, e la Casa circondariale di Sciacca.

Nella Casa Circondariale di Sciacca, ospitata fin dal 1860 in un vecchio convento del 1200, le condizioni generali per l’associazione “Antigone” sono “mediocri”. Oltre ai cronici problemi strutturali, in occasione della visita dello scorso 27 ottobre agli occhi degli “osservatori” è balzata un’assistenza sanitaria appena sufficiente e il paradosso della presenza di un laboratorio odontoiatrico all’avanguardia ma inutilizzato. “Abbiamo rilevato – ci dice Pino Apprendi di “Antigone” – che in tema di assistenza sanitaria non c’è un rapporto continuativo con l’Asp di Agrigento e che ci sono difficoltà a reperire medici e personale sanitario in generale. C’è però stranamente un ambulatorio dentistico di ultima generazione non utilizzato”.

Sul piano strutturale, più volte in occasioni di visite ispettive è emersa la precarietà dell’edificio, anche in funzione del fatto che gli spazi non sono nati per ospitare persone e che un adeguamento richiederebbe notevoli fondi.

“Non è solo un problema di soldi – aggiunge Apprendi – si tratta di un edificio storico nel quale la Soprintendenza non autorizzerà mai azioni corpose di adeguamento strutturale e impiantistico. Inutile dire che essendo stato un convento è più adatto ad esposizioni museali. Come carcere andrebbe chiuso per farne uno nuovo, la città ne guadagnerebbe in termini di proposta culturale e accoglienza turistica”.

In passato più volte si è parlato della realizzazione di un nuovo istituto, ad un certo punto era stato pure inserito in un piano nazionale di nuova edilizia penitenziaria. Si era inoltre individuato un sito, tra Sciacca e l’area del Belice, ma poi tutto finì nel dimenticatoio.

In occasione dell’ispezione dello scorso 27 ottobre, come in altre ispezioni, è emerso che la celle visitate non sono risultate riscaldate, che l’acqua calda non viene garantita in tutti i locali detentivi e che non ci sono schermature alle finestre. I detenuti erano 56 a fronte di una capienza di 72. La dotazione del personale di Polizia penitenziaria è invece adeguata, 47 agenti a fronte di una pianta organica di 48 unità. Alla data del 27 ottobre 2021 non risultano casi di contagi da Covid 19. Ci sono state comunque delle modifiche strutturali e organizzative alla vita interna dell’istituto adottate in conseguenza della pandemia: la stanza che prima ospitava l’articolo 21 adesso viene utilizzata come isolamento sanitario, mentre un magazzino è adibito a triage. In merito agli eventi critici, nei mesi precedenti alla visita dei rappresentanti di “Antigone”, nel carcere di Sciacca ci sono stati 8 casi di autolesionismo e 4 tentativi di suicidio.

E’ positivo l’aspetto della formazione, dell’istruzione e delle attività ricreative: nell’istituto di pena di via Gerardi secondo la scheda fornita dalla direzione ci sono 18 lavoratori alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria e la disponibilità di un budget annuale di 150 mila euro. I corsi di alfabetizzazione, scuola media, enogastronomia e ospitalità alberghiera coinvolgono 15 detenuti.

Giuseppe Recca