Adozione cani nel 2021: i grandi numeri del piccolo rifugio belicino

SANTA MARGHERITA BELICE. Centotrentanove cani tolti dalla strada, da situazioni difficili o dalla vera e propria violenza e regalati ad una vita nuova, con una famiglia che si prenderà cura di loro per il resto della loro vita. È un piccolo miracolo quello portato a termine dall’associazione Oasi Ohana I Pelosi di Chiara, rifugio fondato ormai sette anni fa dalla volontaria siciliana Chiara Calasanzio a Santa Margherita di Belice. Quasi un cane ogni due giorni, dunque, ha raggiunto la sua nuova casa, quasi tutti nel Nord Italia ma alcuni anche nelle capitali europee grazie alle staffette effettuate con mezzi autorizzati dalle Asl.
Tra queste centotrentanove storie quella che ha suscitato maggiore eco mediatica senza dubbio quella di di Hola, la cucciola di lanciata da un’auto lo scorso 13 aprile a Menfi e rimasta cieca, molto probabilmente per i traumi riportati. Come aveva richiesto l’Oasi Ohana insieme a Hola la famiglia adottante ha preso con sé anche Micia, la gattina recuperata per strada che è diventata l’amica del cuore di Hola.
Come ormai noto negli ambienti del volontariato, Ohana è molto severa nelle valutazioni delle famiglie candidate ad adottare i cani del rifugio: dopo una cernita telefonica per comprendere le caratteristiche della famiglia e della residenza, si selezionano alcune famiglie ritenute idonee e si procede ai controlli preaffido, a cura dei volontari locali, direttamente nella residenza che ospiterà il cane per valutare il contesto familiare e quello abitativo. Nonostante queste premure a volte accade che, giunto nella nuova città, il cane venga “rifiutato” dalla famiglia, ossia che cambi idea e non voglia più il cane, per varie ragioni (presunte malattie improvvise di un membro della famiglia, problemi di convivenza e adattamento ecc.); in questi casi Ohana pretende che il cane venga restituito all’associazione e non che possa finire in un canile o, peggio, per strada. Nel 2021 è successo tre volte: in due di queste in cane è rimasto in stallo o in pensione in zona per non farlo tornare indietro e gli è poi stata trovata un’altra famiglia. Un caso, invece, è ancora in corso di risoluzione: Willy non ha fatto in tempo ad entrare in casa, a Modena, che la sua nuova famiglia lo ha rifiutato perché, giusto la notte prima, era stata scoperta una presunta grave malattia di un membro della famiglia.
“Sono felicissima di questi numeri – commenta la fondatrice di Ohana, Chiara Calasanzio – Stiamo parlando di cani che avrebbero trascorso la loro vita da randagi qualora fossero riusciti a sopravvivere. Tra di loro, infatti, ci sono cuccioli recuperati in pozzi, scatoloni e sotto la pioggia. Non avrebbero avuto nessuna e dico nessuna possibilità di sopravvivere se non li avessimo recuperati, curati, allattati e rimessi al mondo” conclude Chiara.