Associazione Titano: “Tempi bui anche per l’acqua pubblica”
PROVINCIA DI AGRIGENTO. Nota critica dell’associazione Titano nei confronti dell’Aica e dell’Ati. Titano è formata dalle associazioni ed movimenti, “Prometeo Ius“ Favara, Comitato Cittadino Storico S. Biagio Platani, Comitato Fondachello Playa Licata, Gad Piccolo Teatro Canicattì, Associazione Montevago Acqua e Vita, Cittadinanzattiva Casteltermini, Cittadinanzattiva Licata, Comitato civico Acqua e Beni Comuni Raffadali, Centro Studi De Gasperi Sciacca.
Mentre il Governo propone un DDL “concorrenza” nel quale si annuncia “la stretta” degli affidamenti dei servizi pubblici assenziali a società “In House providing” (la nostra consortile pubblica è una di queste) e il Governo Regionale propone una riforma del servizio idrico “col trucco” che non può mantenere ciò che promette, il nostro servizio idrico locale non gode affatto di buona salute. Un servizio idrico efficace, efficiente ed economico sarebbe la migliore risposta e la miglior difesa contro questi violenti attacchi da parte dei vertici istituzionali, i quali puntano con tutta evidenza ad archiviare la stagione della pubblicizzazione dei servizi essenziali per riproporre la restaurazione delle privatizzazioni a tutto spiano. Purtroppo le difese immunitarie del nostro ambito sono basse e il servizio reso ai cittadini ne fa le spese.
Molti Comuni dell’Ambito stanno infatti subendo un allungamento dei turni di erogazione idrica (da tre/quattro giorni si è passati a circa dodici/quattordici giorni tra un turno e l’altro) nel quasi totale silenzio dei Sindaci e della stessa AICA. Abbiamo potuto sapere il perché da un comunicato del neo-eletto Sindaco di Favara, il quale, in risposta al crescente disagio dei cittadini rimasti a secco, chiede lumi ad AICA. Così apprendiamo che dall’invaso del Fanaco, dalla diga Leone e, da ultima, dalla Diga Garcia, non è più possibile prelevare nemmeno un litro d’acqua. I primi due sono quasi esauriti, l’ultima non consente il prelievo a causa delle forti piogge che vi hanno riversato fango e detriti. occorre evidenziare come questa emergenza idrica poteva essere evitata perchè queste criticità erano note fin dal giugno scorso.
Per l’appunto cinque mesi fa si tenne all’ARS un’audizione in IV Commissione sul tema “crisi idrica” alla quale erano presenti la presidente della Commissione Savarino, il Prefetto di Agrigento, l’assessora Regionale Baglieri, il capo del Dipartimento Acqua e Rifiuti Foti, il commissario Nazionale per la depurazione Giugni, i vertici di Siciliacque e l’ex commissario prefettizio Venuti. Delle cinque proposte, concrete e subito realizzabili, individuate in quella sede per tamponare la crisi idrica estiva e ora autunnale non ne è stata realizzata una. perché i sindaci e le istituzioni regionali non hanno dato seguito a quegli annunci? come possiamo chiamare una politica che, essendo consapevole dei problemi, non si adopera per risolverli protraendo l’indigenza dei cittadini ed alimentando “emergenze strutturali”?
Alla luce di queste cattive notizie si rende ancor più pressante la necessità da parte di A.I.C.A. e dell’ATI (ciascuna con le proprie prerogative) di mettere in campo urgentemente le seguenti iniziative per tamponare l’attuale penuria d’acqua:
1) 8 Comuni hanno ottenuto ILLEGITTIMAMENTE la salvaguardia ex art.147 dal Commissario Regionale, ora l’ATI proceda (come ha sempre annunciato) ad ottenere il controllo di quei pozzi e delle fonti. cosa si aspetta a farlo?
2) immediata cessione di reti e impianti dei 9 comuni senza salvaguardia, e dei consorzi Tresorgenti e Voltano. COSA SI ASPETTA A FARLO?
3) le reti colabrodo stanno peggio che mai, va urgentemente potenziato il sistema di riparazione delle condotte e limitare le perdite crescenti. non possiamo consentire che la poca acqua disponibile vada persa per il 50% o più per strada.
3) caccia agli allacci abusivi. perché a.i.c.a. ha depotenziato questo comparto operativo?
4) urgente avvio delle procedure per l’individuazione di nuove fonti di approvigionamento.
5) urgente avvio delle procedure per la conversione delle utenze da forfettarie a consumo.
Se l’ATI e il Gestore non si daranno da fare in questa direzione, quello che oggi è solo un mormorio a denti stretti degli utenti, dovuto ai disservizi di inizio gestione, diventerà una valanga che seppelirà l’esperienza dell’acqua pubblica ad Agrigento e con essa quanto di buono ha rappresentato il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua nel nostro territorio, di fronte all’Italia intera. e chissà che qualcuno non si freghi già le mani…!