Il consiglio alla buona lettura di Ornella Gulino: “Vita mortale e immortale della bambina di Milano”
SCIACCA. “Vita mortale e immortale della bambina di Milano”, è questo il titolo del nuovo romanzo di Domenico Starnone, uno degli autori più apprezzati del panorama italiano contemporaneo, vincitore del Premio Strega nel 2001 con “Via Gemito”.
L’autore napoletano peraltro è stato spesso anche identificato, vuoi per affinità di temi e vuoi per presunta coincidenza biografica rintracciata nei romanzi, proprio con Elena Ferrante, suggestioni che per certi versi ci restituisce anche questo racconto.
Tornando al romanzo, Starnone ci consegna un piccolo libro di poco più di 150 pagine, un racconto che parte dall’infanzia di Mimì vissuta nei quartieri popolari di Napoli negli anni ’60, tra scontri cavallereschi a suon di bastone costruito con cartone e ferro da calza, e scorribande alla ricerca della Fossa dei morti, il cui ingresso era identificato nel coperchio di un tombino situato nel cortile.
E poi c’è l’amore, l’amore totale e assoluto che solo i bambini sanno provare, per la bambina che abita nel palazzo di fronte al suo e che lui ammira ballare sul davanzale come una ballerina del carillon, la milanese del titolo per l’appunto.
Per lei Mimì si dice disposto ad uccidere il suo migliore amico Lello, affrontandolo in un duello e scendere nella Fossa dei morti come Orfeo ed essere per lei cantore di un amore immortale. È questo un amore che, come quello dei grandi poeti, è destinato a rimanere insoddisfatto e forse, anche per questo, mai sopito e sempre agognato. Crescendo Mimì non potrà fare a meno di ricordarsi della bambina di Milano e paragonare ad essa ogni altra donna amata e conosciuta.
C’è questo ma tanto altro in questo piccolo romanzo: lo studio come mezzo di riscatto sociale, la ricchezza linguistica del parlato napoletano, c’è il racconto nostalgico di una società che non esiste più, e c’è la devozione meravigliosa e totale di una nonna nei confronti del nipote prediletto.
Una lettura piacevole e spensierata ma ricca di suggestioni e fascino.
Ornella Gulino
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