Peculato, per l’ex dirigente regionale Corsello condanna a tre anni e sei mesi
PALERMO. I giudici della terza sezione penale del Tribunale di Palermo (presidente Fabrizio La Cascia, a latere Maria Ciringione e Fabrizio Molinari) hanno inflitto una condanna per peculato di tre anni e sei mesi di reclusione a Anna Rosa Corsello, 68 anni, ex dirigente regionale della Formazione.
Per la pubblica accusa, rappresentata da Enrico Bologna, la dirigente Corsello, ora pensionata, avrebbe distratto per le sue prestazioni 37.231 euro dalla Biosphera e 139.977 dalla Multiservizi, le due società a totale capitale regionale, poi confluite nella Sas, azienda di servizi appartenente sempre all’amministrazione di Palazzo d’Orleans. Da dirigente regionale era stata messa a capo di due società a totale capitale regionale (la Biosphera e Multiservizi) con il compito di gestirne la liquidazione. Per l’accusa, avrebbe inserito, fra le pieghe della contabilità, anche suoi compensi per un totale di oltre 160 mila euro a cui, secondo l’accusa, non avrebbe avuto diritto. Operazione non ammessa, aveva sostenuto nel 2016 il pm Luca Battinieri (oggi giudice a Napoli), perché i dipendenti regionali le somme spettanti ai liquidatori dovrebbero versarle all’amministrazione e non dovrebbero avere extra. Tesi contestata dai legali di Corsello, gli avvocati Salvatore Tamburo e Salvatore Modica, che avevano richiamato altri pronunciamenti in casi analoghi.
Arriva, dunque, dopo una serie di assoluzioni per vicende analoghe, la prima condanna per Anna Rosa Corsello. Con la sentenza di ieri, il giudice La Cascia ha ordinato la «confisca a carico dell’imputata del profitto dei reati di peculato» e, per quanto attiene ai profitti successivi all’entrata in vigore della legge 190 del 2012, la confisca dei beni «per un valore corrispondente». Disposta, pure, la trasmissione di copia della sentenza alla Procura della Corte dei Conti per accertare l’eventuale danno erariale.