Assente da scuola 769 giorni in 3 anni, ma fa consulenze. Indagato insegnante 47enne agrigentino

PORDENONE. In tre anni ha accumulato 769 giorni di assenze, giustificate nella maggior parte dei casi da fantomatiche visite mediche. Un vero e proprio record per un professore formalmente residente in Sicilia, e precisamente in provincia di Agrigento, ma in servizio in un istituto tecnico di Pordenone, il ‘Kennedy’. Gli accertamenti della guardia di finanza hanno condotto alla denuncia del docente, accusato di truffa ai danni dello Stato e certificazioni false: alla Corte dei Conti è stato segnalato un danno erariale di 110 mila euro.

La Guardia di Finanza di Pordenone ha condotto le indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Pordenone (sostituto procuratore Federico Facchin), al termine delle quali l’insegnante è stato indagato dalla Procura per truffa ai danni dello Stato e per aver utilizzato certificazioni false.

Gli accertamenti condotti, anche attraverso acquisizioni documentali ed escussioni testimoniali, hanno evidenziato come il docente, anagraficamente residente in Sicilia, avesse accumulato nel corso dei tre anni scolastici ben 769 giorni di assenza, giustificandoli attraverso la presentazione di certificazioni mediche e/o richieste di congedo parentale. Dette assenze, normativamente previste, sono risultate, poi, illegittime, in quanto dalle indagini condotte è emerso come in tali periodi, nei quali il docente risultava assente per malattia o per necessità di fruire di congedi parentali, lo stesso svolgeva attività lavorative retribuite (principalmente consulenze aziendali) a favore di società private e di Enti pubblici.

In tali periodi di assenza “certificata” il professore percepiva, contestualmente, le previste indennità, complessivamente ammontanti a 13.000 euro, a carico dell’I.N.P.S..

Ulteriori approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare che per svolgere tali attività di consulenze non solo il professore non aveva ottenuto la preventiva, obbligatoria, autorizzazione dall’Amministrazione di appartenenza, ma aveva altresì omesso di dichiarare, agli Enti e società presso i quali avrebbe svolto la sua attività professionale, di essere dipendente pubblico.

Un ulteriore obbligo disatteso, previsto dalla normativa che disciplina il pubblico impiego (Decreto Legislativo 3 febbraio 1993 n. 29), è stato, inoltre, la comunicazione all’Istituto tecnico pordenonese delle attività svolte presso altri Enti e/o società e, soprattutto, dell’ammontare degli emolumenti percepiti, che, complessivamente ammontavano a circa 97.000 euro.

Il Giudice per le Indagini Preliminari di Pordenone, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo di 13.000 euro corrispondenti alle indennità (di malattia o per congedo parentale) anticipate dall’Amministrazione di appartenenza, per conto dell’INPS, e illecitamente percepite dal professore. Provvedimento che veniva successivamente confermato anche da parte del Tribunale del Riesame.