L’amarezza del sindaco Brandara e la replica a Ignazio Cutrò: “Utilizza l’avviso di garanzia strumentalizzandolo”
NARO. “Prendo atto con amarezza del comunicato di Ignazio Cutrò che, mentre afferma il principio di innocenza, dall’altro utilizza un avviso di garanzia strumentalizzandolo. La vita di una persona non può essere condizionato dai tempi della giustizia. Eppure Cutrò conosce bene quando sia difficile il cammino degli uomini e delle donne oneste nel fare emergere la verità. Avevo accettato l’invito a dar voce alla esperienza di Cutrò narrata in un suo libro avendolo conosciuto durante la lunga battaglia affinché ai testimoni di giustizia fosse garantito un lavoro tant’è che oggi sono dipendenti regionali. Alla luce del comunicato da lui fatto mi pento aver accettato tale insistente invito”.
La replica di Maria Grazia Brandara arriva dopo il rifiuto di Ignazio Cutrò di partecipare alla presentazione del libro alla presenza del sindaco di Naro poiché indagata nella inchiesta, condotta dalla procura di Caltanissetta sul cosiddetto “sistema Montante”
La presentazione era programma per il prossimo venerdì 10 settembre all’ex collegio dei Gesuiti di Naro. L’appuntamento era stato inserito dall’amministrazione comunale nell’ambito del cartello di iniziative de “Naro estate 2021”. “Nel ringraziare il Comune di Naro- ha scritto Cutrò- per aver messo a disposizione i locali e per aver patrocinato l’evento, avevo espressamente aderito all’iniziativa promossa da Nicla La Torre di Agende rosse a condizione che dell’incontro non avrebbe fatto parte il sindaco Mariagrazia Brandara. La mia richiesta – dice ancora il testimone di Giustizia – non è dettata da personali antipatie ma semplicemente dal fatto che l’onorevole Brandara, risulta essere indagata in diverse inchieste, fra queste anche quella della procura di Caltanissetta sul cosiddetto “sistema Montante”.
Una vicenda che ha colpito la comunità narese e non solo. Maria Grazia Brandara è da anni in politica ed è un a donna attiva, dinamica, con una visione politica e amministrativa improntata su valori che hanno risonanza riconosciuta ampiamente e pluralmente. Un avviso di garanzia non può essere trasformato in un abito che sa di sentenza. E’ contro lo spirito della legge e del codice di procedura penale.
Anche il giustizialismo può rappresentare uno strumento per danneggiare l’immagine di una persona e una scorciatoia per diffondere ombre che, poi, sono difficili da illuminare. E non sono pochi i casi, purtroppo, di persone distrutte moralmente, e non solo, le quali sono poi state assolte dal giudice terzo.
Filippo Cardinale