Ribera, zona Piana: vivere nel degrado e senza opere di urbanizzazione. Diffidati il Comune e i lottizzanti (fotogallery)
RIBERA. Acquistare dei lotti per costruire la propria abitazione o edificare la struttura per la propria attività, e poi vivere nell’incubo che dura da anni per la mancata realizzazione delle opere di urbanizzazione previste nella convenzione tra Comune e lottizzanti. Si può nella misura in cui chi è preposto ad adempiere gli obblighi di controllo e verifica. E il perdurare delle inadempienze diventa ancora più grave se il “controllore” è l’Ente pubblico, cioè il Comune.
Inadempienze che hanno costretto chi ha acquistato i lotti, che nel frattempo hanno edificato rispettando tutte le norme, a vivere in condizioni precarie, assurde. Di solito, qualche disagio può essere sopportato, ma esso dura poco. Ma è assurdo che oltre 10 famiglie attendono che siano completate le opere di urbanizzazione a carico dei lottizzanti così come previsto con la deliberazione del Consiglio comunale (n. 12 del 3 marzo 2008). Sono trascorsi 13 anni e le sono costrette a vivere nel degrado causato dalla mancata osservanza delle norme che impongono la cura dei terreni con la scerbatura delle sterpaglie che sono fonte di incendi, ma anche la delizia per la proliferazione di insetti e ratti. La mancanza delle incombenze per la realizzazione di quanto necessita per l’allaccio alla rete idrica e fognaria. La mancanza della pubblica illuminazione,
Le oltre 10 famiglie hanno incaricato l’avvocato Patrizia Manto a diffidare il Comune, i lottizzanti, ma anche un’impresa, a completare le opere di urbanizzazione. Diffida già inviata. La zona in questione è quella di contrada Piana, precisamente il riferimento è al cosiddetto piano di lottizzazione “Verde Maria Rita % C.”.
E come dare torto, anche la pazienza ha un limite, se oltre 10 famiglie sono costrette a vivere, dopo aver investito tanti soldi, in abitazione prive di impianti di rete idrica, di distribuzione di energia elettrica e di cabina di trasformazione, di rete di distribuzione del gas, dell’illuminazione pubblica, le infrastrutture di comunicazione elettronica per gli impianti radioelettrici. A queste gravi mancanze, le oltre 10 famiglie devono vere circondati da terreni incolti dove dominano erbacce, sterpaglie, arbusti secchi, materiale di vario scarto. E’ ovvio che scappano incendi che richiedono il soccorso dei Vigili del Fuoco. Incendi e degrado che mettono a repentaglio la sicurezza degli immobili delle famiglie e minano l’igiene e la salute pubblica.
Insomma, chi ha investito in quel piano di lottizzazione immaginava di vivere una vita normale, come prevista dalla convenzione stipulata dal Comune e non in un contesto simile all’età della pietra.
Le foto sono eloquenti e di supporto alle parole scritte.
Filippo Cardinale