Covid, Zappia: “La nostra provincia tra le peggiori per contagi e ricoveri”

PROVINCIA DI AGRIGENTO. Di Filippo Cardinale

“La nostra provincia nella settimana di Ferragosto, insieme a Caltanissetta e Ragusa, è stata tra le peggiori in Sicilia per numeri di positivi e anche per il numero di ricoverati”. Bastano solo queste poche parole pronunciate dal commissario straordinario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia, per dipingere pienamente l’amarezza derivante da una situazione epidemiologica che porta la nostra provincia tra le più critiche in Sicilia. Un contesto che descrive non solo la superficialità con cui si affronta l’epidemia, convinti che il virus sia andato in ferie in occasione della stagione estiva, ma anche l’incoscienza a non vaccinarsi. Una incoscienza che mette a repentaglio la propria salute e, specialmente, quella degli altri. Insomma, l’egoismo domina calpestando anti agrigentini che hanno ritenuto assolvere al proprio dovere vaccinandosi. “Vaccinarsi contro il Covid è un atto d’amore per sé e per il prossimo”, ha detto Papa Francesco.

Il risultato è che attualmente positivi al 18 agosto sono 1.799 (in data 19 sono aumentati fino a 1.860). Il famoso “pachiderma” ingrossa con la felicità del virus che facile ospitalità e poca resistenza da parte di chi ancora ignora (o vuole ignorare) l’efficacia del vaccino. Negli ultimi 18 giorni (data del grafico) si è passati da 1.230 positivi a 1.799; non solo contagi aumentati ma anche i ricoveri. Sempre negli ultimo 18 giorni, i ricoveri sono aumentati da 36 a 60. Insomma, è stato profuso ogni impegno per deliziare il virus che saltella gioioso da soggetto a soggetto. Specie grazie all’allentamento della guardia, agli assembramenti, alle feste, alla gioia di essere “liberi tutti” come se la pandemia fosse finita.

Ad allarmare è anche il dato dei vaccini che ha subito un crollo tanto che gli hub sono vuoti. “L’hub di Sciacca in un giorno ha somministrato 24 dosi”. Dato negativo che fa il paio con il dato provinciale: 300 dosi in un giorno. La delusione di Zappia è evidente: “E’ inutile che ci sforziamo di mettere in campo risorse importanti se poi la gente non si fa vaccinare”, chiosa Zappia.

Basta dare uno sguardo al seguente grafico: il calo delle somministrazioni è evidente. Ma non perché la quasi totalità della popolazione ha concluso il ciclo vaccinale, ma perché c’è ancora una grossa fetta di popolazione che ritiene non utile vaccinarsi. E’ il caso di ricordare che nonostante il caldo, il virus circola e ha aumentato i contagi. Significa che non è andato in ferie.

L’aumento dei contagi, il calo delle vaccinazioni, è una combinazione che ha prodotto l’aumento di ricoveri. Dall’1 agosto al 18, sono passati da 31 a 62. Bingo! C’è stato il raddoppio. L’aumento di ricoveri ha portato alla saturazione dei posti letto l’ospedale Covid Fratelli Parlapiano di Ribera con la conseguente necessità di riaprire reparti Covid al Giovanni Paolo II di Sciacca e al San Giovanni di Dio di Agrigento. Basta evidenziare che al San Giovanni di Dio ci sono 29 posti letto occupati su 30 disponibili in medicina Covid. Oppure che al Fratelli Parlapiano, in medicina Covid sono occupati 14 posti letto su 30 disponibili, in rianimazione sono occupati 7 posti letto su 10 disponibili. Sempre al Fratelli Parlapiano, in sub intensiva, sono occupati 8 posti letto di 10 disponibili. “La situazione è al limite dell’attenzione” rimarca Zappia e “aumentare i posti letto comporta disagi per l’utenza non Covid”.

“La vaccinazione è l’unico modo per non permettere al virus di evolversi clinicamente in modo grave”, ricorda Zappia. “Stiamo seguendo anche la scia tracciata dall’Assessorato regionale alla Salute e cioè di coinvolgere tutto il mondo medico nella rete delle vaccinazioni per consentire anche una somministrazione di prossimità”.

“Ci sono 7 Comuni agrigentini che sono abbondantemente sotto il 70% della vaccinazione. “Siamo sul limite per entrare nella zona gialla, ma con il rischio anche di raggiungere quella arancione, con tutto quello che comporta”.