Favara, sull’omicidio di Salvatore Lupo c’è “un muro di omertà”
FAVARA. C’è un’atmosfera pesante a Favara diciotto ore dopo l’omicidio dell’ex presidente del consiglio comunale Salvatore Lupo, imprenditore nel settore delle residenze per anziani. Freddato con tre colpi di pistola alla testa in via IV novembre 53, nello Snack american bar.
Nessuno ha visto, né sentito niente. “Ci siamo trovati davanti a un muro di omertà”, dice il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Il killer ha agito a volto scoperto, ha seguito in tutta calma la vittima, ha atteso che scendesse dalla sua Porsche Macan per entrare nel locale e ha sparato tre colpi di calibro 38, puntando alla testa. Il primo è andato a vuoto, gli altri due hanno fermato l’imprenditore mentre cercava di rifugiarsi in bagno. Un’azione da professionista.
Ha detto di non aver visto nulla anche il barista: “Ero chino sul bancone a fare i gelati”, ha detto. Sembra cadere ogni dubbio che il delitto sia stato commesso da un killer professionista, che da queste parti vuol dire killer di mafia. Ma non è la pista della mafia che si segue, bensì quella dei dissidi economici con alcuni ex soci di una Rsa.
Neanche le telecamere dei negozi hanno catturato un’immagine. Il killer è arrivato dal nulla e nel nulla sembra essere tornato.