Servizio idrico, Aica e “affitto” del personale ex Girgenti Acque e Hydortecne. C’è chi “cade dalle nubi”

PROVINCIA DI AGRIGENTO.

Dopo l’articolo del nostro giornale sulle discutibili modalità con le quali è stato reclutato il personale dell’AICA, fulgido esempio della più incredibile illegittimità, e cioè con un accordo sindacale che ha trasferito a “sacco d’ossa” come si dice dalle nostre parti, tutti i dipendenti delle ex società private in fallimento alla società pubblica consortile, abbiamo letto un commento incredibile che ci ha “spiegato” come non abbiamo capito niente.

Ci dice infatti il commentatore, che pare però abbia rimosso il suo profondo contributo di chiarezza, che non abbiamo letto con attenzione lo statuto dell’AICA, che stabilirebbe che il contratto di lavoro dei dipendenti è di natura privatistica.  Siamo grati di questo chiarimento ma purtroppo dobbiamo spiegare al commentatore che è completamente fuori strada, perché o è in malafede o non ha capito niente.

Non ha infatti alcun rilievo il tipo di contratto che l’organismo pubblico, comunque strutturato, possa stipulare con i propri dipendenti: centinaia di aziende pubbliche, di enti e società pubbliche prevedono contratti di natura privata con i propri dipendenti, anche i dirigenti pubblici hanno contratti di natura privata; il problema è che il reclutamento dei dipendenti di un soggetto pubblico, con i quali poi stipulare il contratto, deve avvenire con procedure selettive e/o concorsuali pubbliche. Speriamo che il nostro commentatore abbia capito.

Chi invece su questo problema sembra non avere capito sono i vertici dell’AICA, non solo gli amministratori ma anche gli organi di controllo interno che avrebbero avallato questa operazione, e gli altri soggetti pubblici che in qualche modo dovrebbero verificare la legalità delle procedure, e sono in tanti, a cominciare dal Governo Regionale e specialmente dall’Assessore Regionale alla Funzione Pubblica che su questi temi specifici dovrebbe avere una struttura amministrativa molto preparata, dall’ATI che ha trasferito tutto all’AICA ma che potrebbe dare qualche buon suggerimento viste le professionalità accademiche che la dirigono, per finire a chi dovrebbe istituzionalmente vigilare sulla legalità delle azioni amministrative dei soggetti pubblici, compresa la Corte dei Conti.

Noi siamo sempre qui disposti ad ascoltare chiunque su questa materia abbia qualcosa da dire.

Filippo Cardinale