Emergenza incendi in Sicilia, dichiarato lo “stato di mobilitazione nazionale” del sistema di protezione civile

SICILIA. Domani, 2 agosto, alle 12, al PalaRegione di Catania si terrà un vertice regionale di Protezione civile convocato dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. La  riunione è stata voluta dal governatore per fare il punto della situazione e coordinare ulteriori azioni conseguenti all’emergenza incendi in Sicilia.
Nel corso del vertice sarà anche esaminata la condizione di sicurezza degli stabilimenti balneari nell’Isola e la possibile adozione di misure.
C’è una novità importante. Il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi,  ha firmato ieri il Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di protezione civile: il dipartimento guidato da Fabrizio Curcio è dunque al lavoro per coordinare l’invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi.
Il Dpcm firmato da Draghi arriva dopo un duro botta e risposta a distanza fra Musumeci e Curcio. Ieri, in occasione del sopralluogo alla Playa di Catania, teatro del devastante incendio del lido Le Capannine, Musumeci aveva chiesto la mobilitazione della Protezione civile nazionale: “L’eventuale riconoscimento dello stato di mobilitazione – aveva specificato la Regione – determinerebbe un concorso straordinario di risorse extra-regionali sia in termini di uomini sia di mezzi appartenenti ai vigili del fuoco e al volontariato”.
Dopo qualche ore, però, c’è stata la replica di Curcio: “Le responsabilità nell’ambito di ciò che si fa contro gli incendi boschivi sono chiare. Le norme – ha detto – prevedono che la lotta attiva sia di competenza delle Regioni. E lotta attiva non è solo spegnimento, ma anche sorveglianza, avvistamento. Allo Stato spetta il coordinamento del concorso aereo quando le Regioni non riescono con i propri mezzi a intervenire”.

C’è anche una presa di posizione della Coldiretti dopo l’ipotesi che gli incendi potrebbero essere collegati al business del fotovoltaico. Ipotesi che nell’occhio dell’Antimafia: “Le ombre del business del fotovoltaico a terra sugli incendi in Sicilia – scrive la Coldiretti- rafforzano l’impegno per la difesa del territorio con la petizione contro i pannelli solari mangia suolo”.

Coldiretti Giovani Impresa ha lanciato una petizione a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di “investire nelle fonti alternative di energia, senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra”.