Crisi del servizio idrico, la protesta dei lavoratori si sposta a Palermo. Oggi incontro Ati e commissario fallimentare?
AGRIGENTO. Sono 300, una cifra che ricorda “La spigolatrice di Sapri”, composta da Luigi Mercantini in memoria dell’impresa tentata da Carlo Pisacane nel 1857. Sono i lavoratori delle società dichiarate fallite, Girgenti Acque e Hydortecne. La loro paura è quella di “morire” di disoccupazione.
La protesta dei 300 si sposta a Palermo. Dopo il sit-in dei giorni scorsi davanti all’azienda alla zona Asi, ieri si è tenuta un’assemblea alla presenza delle organizzazioni sindacali che è servita per discutere della drammaticità della situazione in cui versa il servizio idrico.
C’è una situazione drammatica e il serio rischio dello “stop” del servizio idrico agrigentino, ormai al collasso come preannunciato dal commissario prefettizio Geravasio Venuti per sostanziale impossibilità di far fronte agli obblighi economici anche minimi per garantire il funzionamento del sistema.
Tra l’altro, a partire dal 2 agosto terminerà la gestione commissariale e bisognerà capire chi tecnicamente si occuperà di far funzionare il servizio. A questo dramma si aggiunge la gestione fallimentare di Girgenti Acque e Hydortecne. I curatori fallimentari stanno recuperando i crediti per pagare i debiti ammontanti a milioni di euro.
I lavoratori e i sindacati, in considerazione dell’aggravarsi della situazione, hanno deciso di tenere un’altra assemblea nei pressi del palazzo della Regione Siciliana domani 21 luglio. Gli operatori, dice una nota “vogliono sensibilizzare il governatore Nello Musumeci che, proprio mercoledì, avrebbe un incontro fissato con i vertici dell’Aica e i sindaci agrigentini per affrontare la scottante questione della continuità del servizio idrico integrato, fortemente a rischio”.