La vaccinazione segna un rallentamento tra no vax e sciocchi. Intanto fa paura la variante “Delta”

SCIACCA. La vaccinazione di massa sta subendo una frenata. Le riaperture hanno trasmesso un’idea che la pandemia sia finita. Il non raggiungimento di una percentuale tale che ci garantisca l’immunità di gregge, le riaperture che sono state intese come un liberi tutti, la variante Delta che avanza destando forte preoccupazione, molto probabilmente produrrà un’altra ondata di contagi. A tutto questo bisogna aggiungere il fenomeno del no vax.

Riceviamo a proposito una riflessione di Alfredo Ambrosetti, che pubblichiamo.

Caro Direttore,

credo che l’unica cosa accettabile (con tutte le riserve del caso) che questa esperienza della pandemia da Covid19 ci lascerà sarà quella di averci fatto conoscere quanto sia diffusa – contrariamente a quanto immaginavamo – la genia degli sciocchi, e senza bisogno di scomodare Sciascia e la sua analisi sulla fenomenologia del cretino, perché questa confraternita sia trasversale, tanto dal punto di vista delle diverse collocazioni ideologiche e politiche quanto da tutto il resto.

Per comprendere meglio bisogna partire dal fatto che solitamente gli sciocchi sono refrattari, su questa come su altre materie, a tutto ciò che è in qualche modo “istituzionale”, ossia che viene da organismi, strutture, ruoli che per mestiere hanno il compito, a sentir loro, di mistificare la realtà delle cose per minare la “libertà individuale”, che viene prima di ogni altra cosa, anche della libertà degli altri. Poco importa che il mondo delle istituzioni è comunque il portato di scelte democratiche e rappresentative.

Andare “contro” può anche essere importante ma bisogna vedere come e su cosa. Quando dalla fine degli anni sessanta almeno un paio di generazioni provarono, anche ideologicamente, a demolire un vecchio mondo che nelle sue articolazioni più importanti si era cristallizzato (scuola, università, lavoro, media, ecc.) in un immobilismo anacronistico, vi fu un importante riconsiderazione di principi e valori che resero più moderna, anche tra luci ed ombre, la società italiana. Buona parte di quella era però controcultura, la negazione della scienza è sottocultura.

Ma questo esercito, che per comodità chiameremo “no vax”, non è affatto solo, ci sono in realtà molti fiancheggiatori, più o meno famosi o conosciuti. E’ abbastanza recente lo scoop sul “Tempo”, che scrive di analisi di laboratori indipendenti nel Nordest italiano su lotti di vaccini in cui mancherebbero alcuni antigeni, così come il proliferare di siti che incoraggiano a non vaccinarsi e che ingenerano dubbi, citando sconosciuti scienziati di università eschimesi o del Burkina Faso, che hanno sempre avuto respinti i loro presunti studi dalle riviste scientifiche internazionali: ma si sa anche queste sono serve del potere pluto-giudaico-massonico.

E ci sono anche quelli che sull’altare dell’economia “che non si può fermare” tendono a forzare le cautele sanitarie che, ricordiamocelo, hanno a che fare con la vita delle persone, ed in Italia ne abbiamo perse centinaia di migliaia: ma tant’è. Perfino su Taranto e sulla diffusione dei veleni dell’ex ILVA, conclamata anche da atti giudiziari, si discute se qualche migliaio di morti non debbano essere messi nel conto di fronte a qualche migliaio di occupati.

Ma questi campioni della libertà che gridano alla “dittatura sanitaria”, che credono che la pandemia sia un gigantesco complotto e che i vaccini facciano parte del disegno mondiale, che le case farmaceutiche si arricchiscono investendo nello studio e nella sperimentazione dei vaccini (invece dovrebbero prodotti in pescheria?), dovrebbero invece avere ben chiaro che i dati scientifici non sono suscettibili di valutazione ideologica, perché la scienza non è né di destra né di sinistra; certo la scienza può essere messa al servizio di qualcuno o di qualcosa, e mi pare che probabilmente – sempre che verranno fuori le prove – qualcosa in questo senso in quel laboratorio di Wuhan possa essere accaduto.

Allora la cosa migliore è, come dice uno scienziato che sul Covid19 ha lavorato in questi ultimi due anni, ridicolizzare i bugiardi, perché questo significa rendere ridicole le paure che generano, e questo è forse il risultato più utile.

Il mondo è degli sciocchi, perché come dice Pino Aprile “gli intelligenti hanno fatto il mondo, gli sciocchi ci vivono alla grande”.

In fondo, se ci pensate, uno sciocco è per sempre, come un diamante.

Cordialmente

Alfredo Ambrosetti