Per il Gip Provenzano, la Hydrotecne era l’assumificio per attirare i favori dei politici e istituzioni
AGRIGENTO. “L’assunzione di centinaia di dipendenti, in violazione ai limiti, ha consentito a Marco Campione di utilizzare i contratti di lavoro (a tempo indeterminato, a tempo determinato e a progetto), come merce di scambio per politiche clientelari o per ricevere favori da politici, amministratori pubblici, funzionari pubblici, compresi appartenenti alle forze dell’ordine”. Sono parole durissime che il Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha inciso nel provvedimento di sabato scorso
con cui ha disposto la custodia in carcere per Marco Campione, l’ex presidente di Girgenti Acque, personaggio centrale dell’inchiesta “Waterloo”.
Il ruolo della società gemella Hydotercne, l’altra parte del “gioco degli specchi” (definizione del procuratore aggiunto Salvatore Vella) è l’Hydortence, creata per l’assumificio”.
La Hydortecne- è l’atto di accusa del gip Provenzano – si rivelava quello di strumento posto in essere da Marco Campione per operare diverse assunzioni per assicurare un «impiego» di natura ovviamente clientelare ai soggetti segnalati dai politici da ingraziarsi per ottenere ben altri fini, o comunque da altri soggetti dai quali lui avrebbe potuto averne un ritorno di qualsiasi natura”.
Il giudice fa riferimento a un colloquio fra il potentissimo imprenditore, un giornalista e un deputato al parlamento nelle fila del Pdl in carica nel 2013. “Campione –
sottolinea il giudice – si dichiarava disponibile a fare favori “leciti” ai politici”.
«Il sistema posto in essere per otto anni da Campione – si legge sempre nel provvedimento – era quello di acquisire quante più possibili amicizie per dare favori e impieghi in un territorio con alta percentuale di mancanza di lavoro, e così coltivare le sue illecite attività nel sistema idrico integrato operando poi la deviazione nelle casse
delle imprese personali di Campione, delle somme derivanti dalle bollette dei cittadini per il canone acqua e i finanziamenti che arrivavano dallo Stato sulla società per
implementare il servizio. Il tutto avveniva attraverso lo specchio della Hydortecne a cui venivano commissionati i servizi poi posti in essere, in maniera fraudolenta,
dalle società private del gruppo Campione», conclude il Gip Francesco Provenzano.