Terme, leggere il bilancio 2020 è la metafora del fallimento. Ecco cosa teniamo ancora inutilmente in vita

SCIACCA. Di Filippo Cardinale

Leggere il bilancio della Terme di Sciacca SPA in liquidazione è una dolorosa operazione, la metafora del fallimento – come per altre vicende tra cui la recente di Girgenti Acque – della capacità della Regione Siciliana e dei suoi uomini, politici e dirigenti cooptati e non selezionati, di scegliere sempre il peggio del peggio, nonché della correlativa incapacità dei siciliani di selezionare al momento del voto una classe politica competente ed onesta.

Iniziamo dalla più macroscopica delle informazioni che il bilancio fornisce alle pagine 21 e 22. Quanto è costata solo per il 2020 ai cittadini siciliani l’eterna liquidazione della Società Terme di Sciacca che, come sapete, dura dal 2009? Alla assemblea del socio unico Regione svoltasi il 24 maggio scorso (bisogna avere un grande senso dell’humor per aver scelto la data della riscossa dell’Italia dopo Caporetto), presente il dirigente delegato dalla proprietà, è stata approvata la spesa per l’ultradecennale Liquidatore (euro 32.000 euro); quella per il Collegio sindacale (un presidente e due componenti) ed il Revisore (euro 32.840), Sindaci e Revisore certamente selezionati con una procedura ad evidenza pubblica; quella per le tre unità di personale ancora in servizio presso la SPA non si capisce per fare che cosa (euro 123.412, con una media per dipendente di oltre euro 44.000), quella per spese legali (euro 18.659); quella per “sopravvenienze passive”, ossia di poste negative appunto sopravvenute e perciò non programmate ma non meglio specificate (euro 182.123). Altro non vi diciamo per non appesantire la conoscenza del bilancio ma non è necessario fare sforzi di fantasia per capire quale disastro si sia ripetuto nel 2020 in continuazione con gli anni precedenti.

E’ lo stesso bilancio (come i precedenti) alla pagina 11, che rappresenta come questa manfrina dovrebbe essere chiusa: trasferire l’usufrutto alla Regione del Grand Hotel San Calogero (in catastazione da sette anni), vendere il Piccolo albergo Monte Kronio (nessuna azione in questo senso è mai stata avviata), continuare a provare a vendere l’ex motel Agip (ipotesi stoppata, sembrerebbe, per un intervenuto interesse del Comune in cambio del credito vantato nei confronti della SPA), vendere beni mobili e attrezzature, e dulcis in fundo vendere il centro di accumulo delle acque termali di via Figuli. Tutto questo quando? Ma poi proviamo ad immaginare la levata di ingegno di vendere il centro di accumulo: ma chi comprerebbe un impianto che raccoglie l’acqua solfurea e che la distribuisce con una rete di cunicoli che passano sotto il parco termale a stabilimenti e Grand Hotel delle Terme? E per farne che visto che ci vorrebbe comunque una concessione mineraria?

Tenere ancora in piedi questo carrozzone, invece, a qualcuno conviene perché come abbiamo visto ci sono numerose prebende. Se la Regione decidesse – cosa che avrebbe dovuto fare già da molti anni – di farsi carico di tutto e quindi chiudere questa disastrosa vicenda cominciata nel 2006, cioè più di quindici anni fa, risparmierebbe un sacco di soldi perché l’emorragia finanziaria si fermerebbe finalmente, dato che un liquidatore, tre sindaci, un revisore, un consulente contabile, qualche avvocato e tre dipendenti non avrebbero più ragione di esistere: si tratta infatti di gestire, controllare, contabilizzare, difendere il niente e sempre per il niente lavorare.

Ma la realtà supera la fantasia: addirittura il bilancio fallimentare risulta pure “riclassificato”. La riclassificazione serve per capire meglio lo stato di salute di un’azienda e che permette di conoscere nel dettaglio il bilancio stesso per utilizzare diversi strumenti mirati al miglioramento della gestione dell’impresa. Non è il caso di dilungarsi su questi strumenti ma bisogna domandarsi: a che serve? Qualcuno obietterà che è un obbligo, ma in realtà fa ridere perché una azienda in perdita da quando è nata riclassifica il vuoto più assoluto. Ma si sa più cose si scrivono meglio è.

Infine la relazione del Liquidatore si chiude con l’invito alla proprietà di approvare il bilancio che porta una perdita nel 2020 di 206.096,57 euro da portare al nuovo esercizio; la proprietà ha approvato.

Presidente Musumeci, Assessore Armao, Voi sapete come chiudere questa voragine che ha macinato perdite per milioni di euro, perdite che la vecchia Azienda regionale mai si sarebbe sognata di provocare, perché aveva un ruolo, una funzione ed una storia strettamente legata a quella di questa Città.

Certo non siete stati Voi a determinare questo disastro, ma insieme a tutti i governi regionali dal 2006 ad oggi siete certamente corresponsabili e non potete ritenervi assolti.