Marco Campione “aggiustava tutto”. ll generale Altiero: “Se nel 2015 ci avessero ascoltato e avessero letto, la vicenda poteva chiudersi”

AGRIGENTO. “La Dia in questa indagine è parte lesa, parte danneggiata. Se nel 2015 ci avessero ascoltato e avessero letto, con assoluta buona fede, gli atti presentati, già nel 2015 potevamo mettere punto a questa vicenda. Così non è stato, anzi l’associazione a delinquere si è alimentata ancora di più, si è rafforzata. Sull’altare del clientelismo, del business e profitto personale, se c’era bisogno di mettere mano al sistema amministrativo-contabile o di edulcorare alcune poste di bilancio, si metteva l’omino giusto nel settore della contabilità. Se c’era da calmierare il collegio sindacale, lo si faceva presiedere da un uomo di Campione; se c’era da mettere mano alla questione delle tariffe, si dava mandato per definire un ricorso e di farlo approvare. Se c’era bisogno di calmierare e avere un consenso mediatico, si catturava il consenso del redattore di una nota testata giornalistica affinché scrivesse a favore delle società del gruppo Campione. Appena c’era un ostacolo, si trovava quindi la soluzione giusta. E’ questo che ci siamo trovati davanti”. Lo ha detto il generale di brigata Nicola Altiero, vice direttore della Dia, durante la conferenza stampa per gli 8 fermi eseguiti nell’ambito dell’inchiesta su Girgenti Acque.

“La Dia è stato il primo organo di polizia che ha visto lungo su Girgenti Acque, è stato l’organo che ha segnalato per primo infiltrazioni di un certo tipo, ha analizzato la costituzione del patrimonio, la genesi delle società di Marco Campione, ha posto l’accento sulla gestione di Girgenti Acque, ha fatto le segnalazioni al prefetto quanto alla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Agrigento – ha spiegato il procuratore capo Luigi Patronaggio – . Queste segnalazioni, allora, non andarono a buon fine, ma il lavoro è rimasto ed è stato un lavoro di qualità”.