I grillini di Sciacca hanno smesso di frinire?
SCIACCA. Editoriale di Filippo Cardinale
La politica nella nostra città è stata zittita con decreto del Presidente della Regione. Sciolto il Consiglio comunale è calato sulla città un silenzio che di fatto ha cassato la politica e dato propulsione ad un regime monocratico rappresentato dall’esecutivo di Palazzo di Città, a sua volta formato da un monocolore PD con qualche sfumatura che va oltre il partito di Letta e si spinge ancora più a sinistra.
E’ calato un silenzio preoccupante e il Consiglio comunale, criticabile quanto si vuole dal punto di vista dell’operosità, è stato sostituito da un Commissario ad acta che sta nel chiuso della stanza ad espletare il suo ruolo di mero burocrate. Tra la città e il civico consesso sostituito dal Commissario c’è una distanza siderale. Anzi, non c’è proprio possibilità di contatto.
Ogni decisione che sarebbe spettata al Consiglio comunale, organo massimo della rappresentanza del corpo elettorale, passa nel chiuso di una stanza. Niente dialogo con la città, niente condivisione, rapporto, invece, diretto con l’esecutivo.
Al di là della questione che ha condotto il Consiglio comunale allo scioglimento, la quale questione rimane sospesa tra le diverse interpretazioni della giustizia amministrativa che sulla stessa materia riesce ad avere valutazioni diverse a seconda se il Tar è a Catania o a Palermo, rimane un fatto indiscutibile: la città è stata privata, e per un lungo periodo, del pilastro della democrazia. A questo deve aggiungersi che, tranne uno, tutti gli assessori che compongono l’esecutivo non si sono misurati con il corpo elettorale ma sono stati nominati.
Senza tema di smentita, la città vive una lunga fase di silenzio politico forzato e aggravato da un restringimento della democrazia.
Assistiamo ad un oblio della politica interrotto da qualche sporadico comunicato di quella che fu l’opposizione. Gli ex consiglieri di maggioranza (in realtà diventata una sorta di club di 4 amici al bar) si sono zittiti, hanno anche loro rimosso l’abito del ruolo per il quale hanno chiesto il voto. Anche per loro, Tutto va ben, Madama la Marchesa.
Ma c’è ancora un aspetto in questa grottesca vicenda politica della nostra città: anche i grillini hanno smesso di frinire. Sciolto il Consiglio comunale, si sono perse le tracce del consigliere Teresa Bilello, è rimasta qualche traccia di Alessandro Curreri. Ma niente di più. Sono ancora grillini? Ma chi sono i grillini a Sciacca? C’è un senatore, ma troppo impegnato a Roma su questioni di gittata internazionale. Troppo stretta Sciacca per una visione che tocca tutti i punti cardinali del globo.
Dopo il divorzio del deputato Matteo Mangiacavallo, a Sciacca si è assistito alla chiusura della sede del M5S, al silenzio assoluto anche da parte del meetup. Dalla parte del M5S c’è il vuoto assoluto. Non avvertono la necessità di segnalare le tante cose che in città non vanno.
Sarà un silenzio mirato? Un silenzio per evitare di criticare l’esecutivo a targa PD in considerazione del fatto che andranno a braccetto alle prossime elezioni del maggio 2022? E mentre il segretario regionale del PD Barbagallo va in auto per la Sicilia con Giancarlo Cancelleri a ufficializzare un matrimonio politico, a Sciacca il neo segretario del PD con chi va a braccetto se i grillini sembrano essersi eclissati?