Inter.Co.Pa: “Tranne Santo Stefano Quisquina, nessun altro comune possiede i requisiti per beneficiare della 147”
SCIACCA. “Che la buona conduzione del Servizio Idrico non sia determinato dalla forma di gestione della società che gestirà l’acqua della nostra provincia va da sè. Nessun comune avrebbe voluto l’Azienda Speciale Consortile se non ci fossero stati i comitati, le associazioni e i sindacati e la stesa Inter.Co.PA a volerla”. Ad affermarlo Framco Zammuto, coordinatore di Inter.Co.Pa, associazione che lotta per l’acqua pubblica.
L’intervento di Franco Zammuto arriva dopo la considerazione dell’associazione Titano che manifestava la problematica che ancora accompagna la nascita dell’Azienda Speciale Consortile. In buona sostanza, veniva “lanciato l’ennesimo spauracchio che esistono ragioni di dubbi e perplessità da sciogliere che ne minano la sua costituzione”.
Il comitato Inter.Co.PA rileva che “gli stessi elementi di dubbi e rischi sono stati sollevati dal consulente del Comune di Licata nel corso dell’ultimo incontro dell’ATI, al punto da essere stato l’unico comune a votare no nell’assemblea e non consentendo di ottenere l’unanimità del voto. Rilievi che hanno sollevato parecchi interventi in replica per confutare dubbi e perplessità sollevati”.
Per Zammuto, “l’unico vero problema insoluto cha la commissaria ad acta dell’Ati dovrà provvedere a risolvere al più presto è la concreta verifica, e non sulla base di atti o documenti, della concessione agli otto comuni che ne hanno fatto richiesta, dell’eventuale riconoscimento alla gestione in house delle fonti e reti in base all’ex art 147, legge 156/2006”.
È opinione di Inter.Co.Pa che “a parte il comune di Santo Stefano Quisquina, ed eventuali comuni limitrofi che utilizzano le stesse fonti, nessun altro comune possieda i requisiti, e che la bizzarra concessione di un periodo di tempo per adeguarsi entro sia assolutamente illegittima tenuto conto che i requisiti previsti dovevano essere già in possesso dal lontano 2007 e non crearli dall’oggi al domani”.