Giovanni Brusca dopo 25 anni è tornato libero
Ha finito di scontare la pena e da oggi Giovanni Brusca, uno dei più sanguinari killer dell’ala corleonese di Cosa nostra, il sicario che azionò il telecomando per la strage di Capaci, è un uomo libero.
Nel pomeriggio di ieri– come ha rivelato l’edizione on line de l’Espresso – “u verru” (il porco) come era soprannominato negli ambienti mafiosi ha lasciato il carcere di Rebibbia con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna. Sarà sottoposto a controlli e protezione ed a quattro anni di libertà vigilata, come deciso dalla Corte d’Appello di Milano.
Brusca è stato scarcerato per effetto della legge del 13 febbraio del 2001 grazie alla quale per lo Stato italiano ha finito di scontare la propria pena detentiva. Avendo scelto di collaborare con la giustizia ha ottenuto gli sconti di pena previsti dalla legge. Una legge – sia chiaro – fondamentale e sostenuta paradossalmente anche da Giovanni Falcone (che fu promotore della legge antesignana di quella grazie alla quale Brusca è stato scarcerato) e grazie alla quale molti crimini di Cosa nostra sono stati rivelati e senza la quale nessun mafioso probabilmente avrebbe scelto la via della collaborazione.