Partecipare è bello, ma la democrazia rappresentativa passa attraverso le Istituzioni elettive

SCIACCA. Editoriale di Filippo Cardinale    

Leggiamo da diverso tempo di un nuovo organismo che opera nel contesto cittadino, organismo che interviene nel dibattito sulle questioni aperte della Città e del suo territorio e che si propone come soggetto di riferimento per le questioni tecnico-amministrative, anche su materie di stretta competenza della Amministrazione Comunale, come “valore guida per costruire una città migliore”.

L’ultima di queste azioni programmatiche è costituita dal laboratorio di “decoro urbano e senso civico” denominato “Decorosa”.

L’organismo che agisce sotto forma di assemblea cittadina è il “Consiglio popolare”, organismo appunto costituito da una volontaria partecipazione di uomini e donne che si trovano per mezzo di una qualche organizzazione logistica e che poi garantiscono l’adesione alle varie iniziative che vede più o meno coinvolta anche l’Amministrazione Comunale ed altri organismi.

La sua azione è però diversa da quella di questi altri che intervengono su specifiche materie (acqua, ospedale, terme, ecc.) ed è particolarmente mirata, come si può rilevare da quanto riportato letteralmente, a dare ai cittadini valori guida – dato che sembrerebbe che questi ne siano privi – per la costruzione di una città certamente migliore di questa.

Confesso che probabilmente avevamo capito male, ma ci era sembrato che quella sorta di suicidio assistito che era stato il voto negativo sul rendiconto che poi aveva determinato con grande efficienza l’immediata sospensione e l’altrettanto immediata successiva decadenza del Consiglio, quello vero, eletto dai cittadini (come sa essere efficiente ed efficace l’azione della burocrazia regionale quando vuole!), era stato salutato dalla Amministrazione di Sciacca come una cosa positiva, nel senso che avrebbe potuto consentire di gestire in assoluta solitudine tutte le azioni amministrative del Comune, visto che il Consiglio Comunale era rappresentato soltanto da un dirigente che non aveva alcuna funzione politica rispetto alla rappresentanza della Città. Invece pare che si sia sentito il bisogno di una sorta di struttura che in qualche modo solleciti e coadiuvi le scelte della Giunta e del Sindaco, quando non le ponga come obiettivi.

Lasciamo agli esperti il giudizio sulla diversità di trattamento riservato al Consiglio Comunale di Sciacca dalla Sezione di Palermo del TAR Sicilia rispetto a quella di Consigli di altri Comuni decisa dalla Sezione del TAR di Catania, e su quali siano state le dinamiche di questa diversità di trattamento, anche se questa cosa suona assai strana, e lasciamo soprattutto al CGA il giudizio di merito che sarà pronunciato nell’udienza del 13 ottobre, ma ci sembra che in questa storia di un Consiglio popolare con una così rilevante funzione vasta e lodevole ci sia qualcosa che non va. Del resto, proprio il Consiglio di Giustizia Amministrativa, con l’ordinanza di ieri, ha rimarcato che il Consiglio comunale è l’organo maggiormente espressivo della volontà del corpo elettorale.

Il nome dobbiamo dire non è dei migliori, evoca strani organismi, ed io sono allergico all’uso che si fa spesso del termine “popolo”, ma ognuno si dà il nome che vuole. Ma al di là della missione così ampia ed ardua non vi pare che proprio rispetto al nome ci si trovi dinnanzi ad una sorta di rappresentanza senza mandato? Mi spiego meglio. I Consiglieri comunali hanno una piena legittimazione popolare che viene loro dall’essere stati eletti dal popolo, che come è noto nel momento elettorale assume la qualità di “sovrano”, per cui su tutte le questioni comunali hanno il pieno diritto di incidere. Ma i consiglieri del popolo chi li ha legittimati a perseguire uno scopo così grande come quello di guidare la costruzione di una città migliore? Su quale programma? Con quali donne ed uomini?

Ci sembra in realtà che questa iniziativa si innesti anch’essa nel solco di una azione demolitoria della rappresentanza, quella legittima, come del resto siamo stati abituati a vedere con i patetici tentativi di democrazia diretta con poche migliaia di voti su varie piattaforme web.

Speriamo arrivino delle risposte e, soprattutto, speriamo che accanto al Consiglio del popolo non nasca poi anche un tribunale del popolo per giudicare i buoni ed i cattivi.