Franco Valenti a Musumeci: “Lu rispettu è misuratu cu lu porta l’havi purtatu”

SANTA MARGHERITA BELICE. Il sindaco del piccolo centro belicino, Franco Valenti, è stato naturalmente al fianco della sorella-collega di Sciacca in questa iniziativa forte della marcia per le Terme. Anche oggi è stato uno dei due sindaci (l’altro è stato Francesca Cacciatore di Santo Stefano) che sono stati anche a Palermo per il sit in davanti la sede della Regione Siciliana.
Franco Valenti, la cui formazione politica e anche la successiva attività è legata all’area di centrodestra e in particolare di Forza Italia, oggi ha scritto una lettera al presidente Nello Musumeci in ordine alla polemica diretta avuta nei giorni scorsi con la sorella sindaco di Sciacca. Ed ha invitato il governatore a chiedere scusa per alcune frasi scomposte.
Ecco il testo integrale della sua lettera a Musumeci:
Ill.mo Presidente,
sono Franco Valenti, il sindaco che ha votato per Lei e che ha chiesto ai suoi amici ed elettori di votarla, convinto che dopo lo sfacelo del governo Crocetta una persona onesta e garbata potesse realmente invertire la rotta e fare diventare “bellissima” la nostra Sicilia.
Convengo che il periodo non sia dei migliori, e che siamo tutti stanchi e stressati, ma da Lei non mi sarei mai aspettato un attacco così violento, gratuito, grossolano e per certi versi sboccato verso una collega sindaco.
Ebbene, volendo riflettere sulla sua intervista sul tema Terme di Sciacca, è possibile rilevare quanto le elenco:
– Ha parlato, ritengo, in buona fede e non per eludere il vero problema o dividere l’opinione pubblica, di strumentalizzazione politica e interessi di partito. Posso assicurarle che così non è. La battaglia per la riapertura delle Terme di Sciacca non può avere e non ha colore politico. È la battaglia di un intero territorio che guarda alle Terme come occasione di sviluppo sociale ed economico.
– Dichiarare che sono passati solo tre anni (in realtà tre anni e mezzo) è preoccupante. Tre anni e mezzo sono un’eternità. Lei fra un anno e qualche mese avrà terminato il suo mandato e visto che desidera ricandidarsi dovrà rassegnare agli elettori l’elenco delle cose realizzate e dei problemi risolti. E, mi creda, spero ancora tanto che Lei in questo elenco possa includere la riapertura delle Terme di Sciacca, cosa che fino ad oggi purtroppo il suo governo non è riuscito a fare. Presidente, Lei ben sa che “contra factum non valet argumentum”, Lei ben sa che chi afferma che mezzogiorno è di giorno non può essere smentito, come non può essere smentito chi oggi afferma che dopo tre anni e mezzo di pellegrinaggi palermitani di fatto le Terme sono ancora chiuse e nemmeno si scorge all’orizzonte la possibilità di una prossima riapertura.
– Soffermiamoci ora sulla parte più imbarazzante della Sua intervista.
Lei dà gratuitamente ad un sindaco del teatrante.
Presidente, un sindaco che cerca disperatamente di risolvere i problemi della sua città, di dare risposte alle legittime aspettative dei suoi cittadini non fa teatro. I cittadini delusi, stanchi, amareggiati non sono comparse della commedia dell’assurdo che sta andando in scena. Il teatrino della politica alberga altrove. Nelle stanze ovattate e lussuose, sulle poltrone comode e ben retribuite, non certo nella trincea dei comuni dove noi sindaci combattiamo a mani nude una battaglia immane con sempre meno risorse e più responsabilità, osteggiati da certa politica e avversati da una burocrazia pletorica e perniciosa.
– Infine, lo scivolone più grossolano e irriguardoso, voler definire il sindaco “iena”. Presidente, ma come si permette?
Dare della “iena” ad un sindaco è già di per sé una cosa spiacevole, che a farlo sia il Presidente della Regione risulta quantomeno angoscioso, diventa poi oltremodo sgradevole, insopportabile e profondamente ingiusto se la “iena” è un sindaco donna garbata, cortese, gentile, stimata professionista e docente universitario, alla quale si può certamente riconoscere una sicura profondità di visione e una tenacia fuori dal comune per i mezzi e l’elegante dialettica che pure nel confronto è sempre solita usare. Chi deve rifugiarsi in scortesi appellativi per rendere personale una questione pubblica ha certamente smarrito la lucidità del ragionamento (e le posso assicurare che a questa consapevolezza anche i nostri genitori ci hanno sempre richiamato).
Io che le scrivo dalla città del Gattopardo le rammento che quando il Principe Fabrizio disse all’emissario piemontese Chevalley: “Noi fummo i Gattopardi, i leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene…”. Chevalley non propose al Principe di fare il sindaco ma ben altro.
Mi chiedo perché questa reazione scomposta se un sindaco deluso, amareggiato da un risultato che tarda ad arrivare, incalzato dal mondo delle associazioni, giustamente sollecitato dai cittadini che vedono sempre più lontana la possibilità di rimettere la parola “Terme” accanto a Sciacca, che in questo momento di grande difficoltà economica non possono cogliere le opportunità date dalle Terme aperte e funzionanti, rimbalzato da un muro di gomma, vuole vederci finalmente chiaro e, senza mancare di rispetto a nessuno, organizza una pacifica marcia di protesta.
“Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano” scriveva Marcello Marchesi.
E trovo sia davvero un bene che la diversità di opinioni, il confronto e il dialogo siano da sempre il sale della democrazia.
L’accortezza, la prudenza, la tolleranza, l’umiltà e la lungimiranza sono valori da coltivare, mentre la supponenza, l’alterigia e l’arroganza, Lei mi insegna, in politica non hanno mai portato buoni risultati.
Ill.mo Presidente a Lei che spesso simpaticamente nei suoi interventi intercala qualche parola in dialetto vorrei ricordare un famoso proverbio siciliano: “Lu rispettu è misuratu cu lu porta l’havi purtatu”. A Lei nessuno ha mai mancato di rispetto, anzi. Per favore faccia lo stesso. Ritrovi quella serenità e signorilità che finora lo hanno contraddistinto.
I gentiluomini, quando occorre, sanno anche chiedere scusa.
Le auguro un buon lavoro nell’interesse della Sicilia e dei siciliani.
Cordialità
Franco Valenti