Terme, era il 25 ottobre 2017…e faceva molto caldo. E poi venne Baccei che da Crocetta un topolino comprò

SCIACCA. EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE

Era il 25 ottobre 2017, e la foto che abbiamo pubblicato ieri sul Corrieredisciacca immortala il sindaco Francesca Valenti, fresca di elezione da tre mesi, e l’Assessore al bilancio del Governo Crocetta, Alessandro Baccei, intenti ad apporre la “storica” firma all’atto di concessione di una parte del complesso termale di Sciacca al Comune. Firma che, ahinoi del Corrieredisciacca, fu apposta con una preziosa penna del sottoscritto prestata al sindaco e all’assessore (ed essendoci di mezzo la politica, mi premurai a farmela ridare subito dopo la firma). I beni immobili non trasferiti a quella data lo sarebbero stati dopo la catastazione (cosa ancora non definita).

La firma di quell’atto avveniva ad appena undici giorni dalla celebrazione delle elezioni regionali del 2017. Due anni prima, nel marzo del 2015, lo stesso Crocetta, in accordo con Baccei e con tutta la Giunta Regionale di governo centrosinistra, aveva disposto la chiusura delle Terme di Sciacca.

E’ quanto mai opportuno riportare integralmente la dichiarazione del Sindaco rispetto alle prospettive di questa concessione, cioè come si fosse chiusa “una fase di incertezze, di complicazioni, di passaggi burocratici e amministrativi che hanno interessato da molto tempo le terme. Con l’atto concessorio adesso si ha la possibilità di poter programmare e lavorare per un progetto di valorizzazione del complesso termale. Quello di oggi rappresenta il primo passo, senza il quale sarebbe stato difficile immaginare lo sblocco della vicenda”.

Siamo ancora convinti che quella dichiarazione venne dal sindaco in piena consapevolezza, non conoscendo bene la storia contorta delle Terme dal 2006 in poi. Siamo convinti che la sua dichiarazione fu frutto di credo.

Il resto è storia nota. O meglio la storia fallimentare è cosa nota, una storia fatta di assessori, dirigenti e funzionari tecnici ed amministrativi del Comune che avrebbero dovuto occuparsi della parte esecutiva di questa concessione. Cosa che in realtà fu fatta in modo molto approssimativo e con poca efficienza ed efficacia rispetto all’obiettivo, al punto che questa concessione non si realizzò mai )Viene da ridere nel leggere la lettera di risposta della Regione al Comune  che apprezzò la mole di fotografie che l’Ente inviò ma che ritenne inutili ai fini dell’inventario che aveva richiesto, compito del Comune).  E perché?

Per tante ragioni: la prima l’abbiamo detta; poi perché dal 2009 la Società per azioni Terme di Sciacca era in liquidazione, e lo è tutt’ora con lo stesso liquidatore che dura nel tempo e che, essendo in un ufficio di diretta collaborazione assessoriale, ha garantito la continuità con tre governi regionali; perché i beni da catastare da parte della Regione non lo furono mai; perché una gran parte dei beni non furono trasferiti dalla SPA in liquidazione alla Regione per poi essere dati al Comune; perché dopo le dichiarazioni solidali di circostanza tra sindaco e assessore Baccei (guarda caso appartenenti al medesimo schieramento di centrosinistra) l’interesse, vista la sconfitta elettorale alle regionali, venne accantonato; perché il sempre assessore mai eletto, Gaetano Armao, nominato all’Economia da Musumeci dichiarò che quella concessione era inesistente (abbiamo scritto anche questo subito dopo la firma della concessione, poichè Crocetta non completò mai l’iter con un atto amministrativo di giunta); perché il Comune capì di avere preso una fregatura perché esso stesso avrebbe dovuto garantire – come recitavano gli atti – guardiania e manutenzione; perché il Comune era ben cosciente che con le proprie strutture burocratiche non avrebbe potuto garantire nemmeno la predisposizione di un bando. E ci fermiamo qui.

Oggi la questione delle Terme attraversa verticalmente la Sicilia per giungere davanti a Palazzo d’Orleans attraverso il percorso naturalistico di San Bernardo. Una “marcia di protesta” che da ieri il deputato del Pd Michele Catanzaro ha derubricato in passeggiata. Una iniziativa alla quale hanno aderito rappresentanti di associazioni che profondono la loro passione e il loro amore per una città che da anni va alla deriva. Una passione disinteressata che va confortata con un giudizio meritevole.

Uno striscione dietro il quale vi erano due istituzioni, una parlamentare e una cittadina, che lo tenevano con le mani, e sul quale era scritto – con un carattere volutamente evocativo di un periodo nero che ha attraversato la storia- che Musumeci è un traditore (lo stesso “traditore” che ha ultimamente stanziato per Sciacca oltre 1 milione di euro per il Teatro Samonà, e tanti altri milioni per la riqualificazione del complesso monumentale del  Santa Margherita con annesso auditorium, il porto con l’ampliamento della banchina San Paolo) e per i quali finanziamenti sono stati scritti comunicati di “soddisfazione” dai soliti parlamentari che “mettono la faccia” quando le notizie sono buone. Le istituzioni dovrebbero tenere un linguaggio adeguato ai ruoli.

Qualcosa di strano, tutta via c’è, e va oltre la purezza della partecipazione del cittadino, delle associazioni. Vi sono taluni che rispetto alla vicenda delle Terme hanno precise responsabilità, dolose o colpose, cioè legate al momento elettorale del tempo oppure alla assoluta incompetenza rispetto al problema. Salvo poche eccezioni individuali, hanno tutti lo stesso colore: dal rosa pallido al vermiglio, compreso il PD, ed altri mimetizzati (o camuffati) da organismi civici comunque denominati; non so se ci siano anche i verdi ma questi comunque sono come i pomodori, quando maturano poi diventano rossi. Quindi una marcia a cui, taluni, hanno inciso una inopportuna valenza politica.

Sono tanti i responsabili di questa vicenda fin dall’anno che segna l’inizio della fine e che conoscono tutti, ossia il 2006, l’anno di inizio dell’attività della Terme di Sciacca SPA. Quindici anni di menzogne, di incapacità ad ogni livello, di scelte fatte senza riflettere sulle conseguenze, senza un progetto, senza una vera interlocuzione con imprenditori del settore, senza riferimenti con le associazioni datoriali, di incredibili debiti accumulati nascosti dietro le menzogne che fossero quelli dell’Azienda regionale trasferiti, insomma senza un briciolo di studio, di impegno e, vorrei aggiungere, di rossore.

Oggi, qualcuno intende ripulirsi attraverso la via di San Bernardo (una versione moderna della conversione sulla via di Damasco) ricostruendosi una verginità rispetto alla vicenda delle Terme, e rivolgendo il pollice in basso indicando il nemico. Non c’è stato un solo atto di contrizione rispetto alle proprie responsabilità, non un rammarico, non una assunzione di responsabilità. Marciare uniti, colpire divisi.

 

Riproponiamo una lettura di un editoriale risalente al 25 ottobre 2017

CARO ASSESSORE BACCEI, SE RIUSCIRA’ A SCARICARE I COSTI AL COMUNE SARA’ DAVVERO BRAVO