Azienda consortile servizio idrico fallisce obiettivo costituzione entro aprile, Titano: “Forse l’acqua pubblica non la vuole nessuno”

SCIACCA. Le associazioni ed i comitati aderenti al coordinamento “Titano” cominciano la settimana ricordandoci che l’azienda consortile per la gestione pubblica del servizio idrico in provincia di Agrigento non è stata ancora costituita nonostante l’annuncio di inizio aprile da parte dei sindaci dell’assemblea Ati Idrico.

Il percorso verso quest’ultimo obiettivo sembrava più agevole dopo l’insediamento del commissario regionale Maria Annunziata Di Francesco al posto del consiglio comunale di Agrigento. Così non è stato a causa di imprevisti ritardi nella stesura e nell’approvazione da parte del commissario della delibera nel Comune capoluogo.

“La sensazione diffusa, al di là degli annunci – dicono oggi le associazioni del coordinamento “Titano” – è che l’acqua pubblica non la voglia nessuno”. Ritengono ci sia una dilatazione dei tempi inaccettabile. E ricordano, oltre alla delibera del consiglio comunale di Agrigento, anche il mancato scioglimento del nodo legato ai Comuni che hanno richiesto la salvaguardia tramite l’art. 147, comma 2 bis, che avrebbe fatto nascere in maniera anomala il Piano d’Ambito, senza il quale l’accesso ai finanziamenti previsti diventerebbe assai incerto.

Ci sono poi gli aspetti della cessione di reti e impianti dell’acquedotto Voltano e del consorzio Tresorgenti. “Secondo noi è imprescindibile costituire l’azienda consortile correggendo gli atti viziati da illegittimità – conclude Titano – a meno gli ostacoli non hanno lo scopo preciso di prepararne il fallimento e aprire la strada ad una nuova infausta privatizzazione”.

Giuseppe Recca