Abbagliati da un posto di lavoro: coppia riberese di nuovo nei guai per truffa
SCIACCA. Ventimila euro trattabili, comunque non meno di 19 mila. Sarebbe stato questo il costo da dovere pagare a chi, in cambio, si diceva in grado di fare ottenere un lavoro alle Poste. È quanto emerge dall’inchiesta della procura della Repubblica di Sciacca che ieri è culminata con i 3 provvedimenti restrittivi autorizzati dal Gip del Tribunale Antonino Cucinella nei confronti dei coniugi Alfonso Caruana, 44 anni, di Ribera, ex dipendente delle Poste (attualmente risulterebbe sospeso), e Antonina Campisciano, anche lei riberese 44enne, e una polacca Sylvia Adamczyk, 47 anni, domiciliata a Palermo.
Secondo gli inquirenti, sfruttando evidentemente il disperato bisogno di lavoro, i tre facevano credere a diversi soggetti che dietro il pagamento della cifra di 19 mila euro in contanti, sarebbe stato possibile farli assumere alle Poste. Fondamentale ai fini dell’indagine è stata la denuncia presentata da sei delle persone che sono state attirate dal “posto fisso”.
In procura non escludono che possano esserci altre persone oltre a quelle che hanno deciso di parlare venute a contatto con gli indagati. I coniugi Caruana erano già noti alle forze dell’ordine. Già in passato erano finiti sotto indagine, arrivando anche a patteggiare una pena in tribunale nell’ambito di altre truffe accertate (sempre con lo stesso sistema), riuscendo a raggirare almeno una trentina di persone e a raccogliere fino a oltre 400 mila euro pagate da chi, attraverso questa strada, sperava di potere ottenere un impiego alle Poste.