Contagi e guariti, quella forbice che si restringe auspicio di una inversione di tendenza. Ma dipende da noi

PROVINCIA DI AGRIGENTO.  Con il report epidemiologico di ieri sera, giunto in  redazione nella tarda serata, abbiamo evidenziato in modo particolare la similitudine della cifra tra i nuovi casi di positività e i guariti. I nuovi casi sono stati 89 e i guariti 81. I piatti della bilancia quasi rendono uguale la cifra che determina la curva epidemiologica. E se fa notizia che i nuovi casi sono 89, non può essere meno importante la notizia degli 81 guariti.

Un segnale positivo che può essere accolto come un auspicio affinché la situazione epidemiologica nella nostra provincia inizi ad invertire quella evidente curva di ascesa che ha caratterizzato le ultime settimane.

Una curva epidemiologica che può invertire il suo senso se corrisponde da parte di tutti un maggiore impegno all’osservanza delle misure anticontagio. Si tratta dell’ultimo sforzo aiutato anche dalle vaccinazioni il cui ritmo si sta incanalando nella giusta direzione.

La nostra provincia è sbalzata al terzo posto (non invidiabile) delle province più colpite dai contagi. In verità, alla fine di febbraio eravamo tra quelle che vantavano meno contagi. Ma poi, colpevoli  atteggiamenti di forte incoscienza, il virus ha trovato terreno fertile per essere ospitato nelle persone. E’ venuta meno la guardia al distanziamento fisico, si è festeggiato compleanni e altri eventi nell’ottica di un comportamento irresponsabile che ha invitato a nozze il virus. Invito che il Covid non ha esitato ad accettare e i risultati si sono visti con l’aumento esponenziale dei contagi, di ricoveri,  decessi, istituzione di diverse zone rosse.

Oggi in provincia ci sono sei Comuni con oltre 100 contagiati, Agrigento supera i 200. Canicattì 159, Sciacca 105, Favara 100, Ribera 164, Palma di Montechiaro 133.

Ma ci sono anche piccole realtà che, però, registrano numeri che in proporzione alla bassa popolazione fanno accapponare la pelle.

Ci sono Comuni che con meno di 1.500 abitanti, come Calamonaci e Comitini hanno rispettivamente 12 e 17 contagiati, con una percentuale dello 0,905% per Calamonaci e dell’1,224% per Comitini. Sono percentuali alte.

Ci sono altre realtà tra 2.400 e 2.900 abitanti che hanno 19 contagiati, Burgio, pari allo 0,651%, oppure Montallegro con 22 infettati pari allo 0,912%, Alessandria della Rocca con 15 pari allo 0,507%.

Poi c’è un gruppo di Comuni tra 3.000 e 4.500 abitanti che registrano tanti contagiati. Siculiana 65 su 4.502abitanti pari all’1,444%, Cianciana 31 contagiati su 3.422 abitanti pari allo 0,906%, San Biagio Platani 20 contagiati su 3.275 abitanti pari allo 0,611, Bivona 19 positivi su 3.655 abitanti pari allo 0,518%, Caltabellotta con 15 positivi su 3.615 abitanti pari allo 0,415%.

Tra i Comuni tra 6.300 e 8.200 abitanti, spicca Santa Margherita Belìce con 53 contagiati su 6.386 abitanti pari allo 0,830%, Casteltermini con 43 positivi su 8.129 abitanti pari allo 0,529%, Racalmuto con 35 positivi su 8.219 abitanti pari allo 0,426%.

Allarmanti i dati di Ribera e Palma di Montechiaro. A Ribera ci sono 164 positivi su 19.055 pari allo 0,861%, a Palma 133 positivi su 22.962 abitanti pari allo 0,579%.

Su 43 Comuni della provincia, solo 2 sono a zero contagi: Castrofilippo e Santa Elisabetta. Questo dimostra come il virus, a differenza della prima e seconda ondata, abbia colpito in maniera totale la nostra provincia.

Andiamo incontro alle festività pasquali. Forte è la tentazione di abbassare la guardia. I numeri sopra riportati dipendono dalla nostra responsabilità. Se vogliamo porre fine alla pandemia, due sono le vie maestre: vaccinazioni e rispetto rigido delle misure anticontagio. Lo sforzo non è pesante se si pensa che sono trascorsi 14 mesi dall’inizio delle nostre sofferenze, crisi economiche, psicologiche.

Filippo Cardinale