Servizio idrico, Konsumer e Titano all’attacco: “Ati, sindaci e consiglieri fuggono dalle responsabilità”
AGRIGENTO. La questione idrica nella nostra provincia si fa drammatica specie dopo le preannunciate dimissioni dei componenti il Direttivo dell’Ati Agrigento. La vicenda ha toccato il culmine con le decisione del Consiglio comunale di Agrigento di non approvare lo schema di statuto della Azienda speciale consortile che dovrà gestire il servizio idrico integrato nella nostra provincia.
Le associazioni Konsumer e Titano, presiedute rispettivamente da Giuseppe Di Miceli e Alvise Gangarossa, hanno richiesto un incontro con il Presidente della Regione Sicilia e con la IV Commissione Ambiente, Territorio e Mobilità dell’Assemblea Regionale Siciliana “in merito alla definizione dell’unicità dell’ambito del Servizio idrico di Agrigento e sulla gestione dello stesso”.
L’associazione Titano comprende anche l’associazione “Promoteo Ius” Favara, il comitato Civico Beni Comuni di Raffadali, il comitato Cittadino Storico S. Biagio Platani, il comitato Fondachello Playa Licata, il Gad Piccolo Teatro Canicattì, l’Associazione Montevago Acqua e Vita, l’Associazione “Cittadinanza Attiva” di Casteltermini e Licata, il centro Studi “Alcide De Gasperi” di Sciacca.
Un’audizione alla presenza del Presidente della Regione, Nello Musumeci e del Commissario ad acta del’Ati Ag, Di Francesco per “relazionare sulle persistenti inadempienze con le quali prima l’ATI e poi il Commissario ad acta, stanno conducendo la delicata transizione verso la costituzione dell’azienda consortile speciale quale nuovo gestore”.
La richiesta delle associazioni contiene elementi di gravità, specie se si considera che al centro della questione c’è l’acqua, bene vitale. Temono che “gli Enti di Governo locali, ieri i Sindaci e oggi i Consigli Comunali, “continuino a sfuggire alle loro responsabilità”. Insomma, per le associazioni, “se non si porranno urgentemente le dovute correzioni di rotta in questa fase propedeutica alla nascita del nuovo gestore pubblico, fortemente voluto dai cittadini di questo territorio da noi rappresentati, esso nascerà già gravato da enormi difficoltà che ricadrebbero immancabilmente sulla collettività in termini di qualità del servizio, di tutela della salute, del territorio e in termini finanziari”.
Attaccano il commissario asd acta Di Francesco, nominata dal Presidente della Regione, quale “avrebbe dovuto iniziare il suo incarico affrontando in primis il tema dell’unita d’ambito a mezzo, del riconoscimento o meno, delle gestioni salvaguardate ex. Art.147 comma 2bis del D.lgs 152/2006, per il quale l’ATI aveva accumulato numerosi richiami e diffide proprio dall’Assessorato Regionale di competenza”.
Per le associazioni, questa mole di direttive “fornisce un quadro che non si presta ad interpretazioni, e chiarisce come la questione delle gestioni salvaguardate ex art. 147 andava affrontata e chiusa prima di proseguire con l’approvazione del Piano d’Ambito, con le discutibili modalità di metodo e di merito con le quali quest’ultimo è stato approvato dall’Assemblea”.
Dunque, il perdurare dell’assenza di decisione da parte del Commissario, “ha prodotto un Piano d’Ambito viziato da irregolarità normative gravi che potrebbero mettere a rischio l’erogazione dei fondi necessari alla realizzazione dei progetti di rifacimento e ammodernamento delle reti, del collettamento fognario e della depurazione, già oggetto di onerose infrazione da parte della Comunità Europea a carico della Regione Sicilia”.
“L’erogazione dei fondi è infatti subordinata all’osservanza puntuale della normativa regionale, nazionale ed europea” e in mancanza di tale scrupolo “si rischia la sospensione o l’annullamento dell’erogazione di tali fondi con ricadute nefaste per la collettività”.
Le associazioni denunciano che “il Commissariamento non sta andando verso la destinazione prefigurata”. Inoltre, scrivono le associazioni, “le azioni promosse e soprattutto quelle non fatte a tempo debito (approvazione dello Statuto e determinazioni, secondo legge, sulle gestioni salvaguardate), stanno determinando condizioni che portano a far saltare totalmente il banco e creare le condizioni per rimettere tutto quanto in discussione”.
Auspicano che il Presidente della Regione Sicilia e il Commissario acd acta “possano rimettere il percorso prefigurato prima, sui binari della correttezza e della legalità, evitando ricadute inimmaginabili sulla collettività che non possiamo assolutamente permetterci”.
Filippo Cardinale