Da quella inglese alla nuova newyorkese, storia di varianti

Dopo l’inglese, la sudafricana, la brasiliana e quella identificata a Napoli, alle varianti del virus SarsCoV2 in circolazione in Italia si aggiunge adesso quella newyorkese. Per tutte, la domanda fondamentale è che non siano in grado di sfuggire ai vaccini anti Covid-19. Lo ha rilevato oggi anche la Commissione europea, esortando l’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) ad accelerare la procedura di approvazione dei vaccini anti Covid-19 progettati per combattere le varianti.

Identificata per la prima volta in novembre a New York e indicata con la sigla B.1.526, la variante newyorkese è stata individuata in Italia dal Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona in due tamponi prelevati da due persone «non apparentemente correlate», provenienti dalla provincia di Pesaro Urbin«Al momento non ci sono evidenze scientifiche sull’eventuale capacità di questa variante di evadere la risposta neutralizzante suscitata dagli attuali vaccini», ha detto il direttore del Laboratorio, Stefano Menzo. Che nuove varianti compaiano continuamente fa parte della natura del virus SarsCoV2, che come tutti i virus non fa che mutare. Tenerle d’occhio è una priorità nella lotta alla pandemia e l’arma principale per farlo è ottenere le sequenze genetiche del virus in circolazione. Nello stesso tempo, per evitarne la diffusione, gli esperti considerano cruciale accelerare al massimo la campagna di vaccinazione.