Tar riammette saccense ad un concorso e condanna Arma carabinieri e Ministero Difesa

SCIACCA. Il Tar del Lazio dà ragione ad un giovane saccense in un procedimento contro il Ministero della Difesa e il Comando generale dell’Arma dei carabinieri e lo riammette ad un concorso in cui non era stato considerato idoneo.

La vicenda riguarda il 23enne S.G.F., residente a Sciacca ma originario di Alessandria della Rocca. Nel novembre 2019 il giovane era stato escluso dal concorso per l’arruolamento nell’Arma dei carabinieri, in ragione di una presunta diagnosi di “ginocchio valgo bilaterale”. Ritenendo errata tale valutazione, S.G.F. ha presentato apposito ricorso al Tar, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza. In ragione delle certificazioni sanitarie prodotte dai legali ed attestata la sussistenza in capo al proprio assistito dei requisiti per l’arruolamento, il Tar Lazio ha disposto una verificazione in contraddittorio tra le parti, incaricando di ciò la commissione sanitaria d’Appello dell’Aeronautica Militare. L’aspirante carabiniere con un proprio consulente dinanzi alla commissione dimostrava l’erroneità del giudizio di inidoneità formulato dal Centro Nazionale di Reclutamento dei Carabinieri.

Esaminata la documentazione prodotta dagli avvocati Rubino e Piazza e dopo avere nuovamente sottoposto ad una accurata consulenza specialistica radiologica il giovane, la commissione rilevava l’erroneità dell’accertamento, appurando l’assenza di anomalie a carico dell’articolazione esaminata e, conseguentemente, l’insussistenza dei presupposti su cui era stato formulato il giudizio di non idoneità all’arruolamento.

Conseguentemente, il Tar Lazio non ha potuto fare altro che ritenere fondate le censure evidenziate nel ricorso, in linea anche con l’orientamento giurisprudenziale secondo cui “le valutazioni effettuate in sede di accertamento dei requisiti psico-fisici – seppure costituiscano tipica manifestazione di discrezionalità tecnica amministrativa – non sfuggono al sindacato giurisdizionale, laddove siano in esse ravvisabili ipotesi di eccesso di potere per travisamento dei fatti ed illogicità”.

I giudici amministrativi hanno annullato sia il giudizio di inidoneità che la graduatoria di merito del concorso e condannato l’Arma al pagamento delle spese giudiziali e di verificazione. Il giovane siciliano sarà riammesso alla procedura concorsuale ai fini dell’arruolamento nei carabinieri.