Ddl autonomie locali all’ARS. ANCI Sicilia: “Si tenga conto delle specifiche criticità’ dei Comuni dell’Isola”
SICILIA. E’ in discussione all’Ars un Decreto di Legge sulle autonomie locali. Si discute anche sulla discrasia sugli strumenti finanziari oggetto di approvazione o bocciatura. Una discrasia la cui bilancia pende a favore dell’Amministrazione comunale punendo con lo scioglimento i Consigli comunali che bocciano tali documenti. Sulla questione interviene l’Anci-Sicilia.
“Riteniamo che gli interventi in materia di Autonomie Locali vadano sempre meditati con particolare attenzione. Perché, com’è accaduto nel recente passato, rischiano di determinare conseguenze nefaste sulle dinamiche degli enti locali, già segnate da profonde criticità sia sul piano finanziario sia sul piano organizzativo”. Ad affermarlo è Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“Pensiamo in particolare alle norme che incidono sul tema dell’approvazione dei bilanci e della decadenza dei sindaci e dei consigli comunali, sulle quali, talvolta, si pensa di poter fare riferimento a norme nazionali dimenticando le specifiche criticità degli enti locali dell’Isola”.
Orlando continua: “Si pensi, in particolare, ai ritardi strutturali nell’approvazione dei documenti contabili. In base ai dati forniti dal dipartimento Autonomie Locali, infatti, a fine 2020 circa la metà dei comuni non avevano ancora approvato né il bilancio di previsione 2020-2022 né il bilancio consuntivo 2019. Vi è semmai necessità di dare quanto più possibile stabilità agli assetti definiti con le elezioni e, fermo restando il legittimo utilizzo della mozione di sfiducia, di scongiurare i rischi di “balcanizzazione” dei consigli comunali”. Aggiungono il presidente Orlando e Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Associazione dei Comuni siciliani.
“Salutiamo invece con favore – conclude Orlando – l’ipotesi di introdurre la norma sul terzo mandato consecutivo per i sindaci dei comuni fino a 3000 abitanti, ritenendo che, per il contesto siciliano, potrebbe essere introdotta un’estensione anche per i comuni fino a 5.000”.