Casa (Legambiente) a Rtm: “Su depositi scorie radioattive un inutile polverone”

SCIACCA. Per l’agrigentina Claudia Casa, direttore di Legambiente Sicilia, sulla vicenda della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico (CNAPI), si è creato un inutile polverone.

Il dirigente dell’associazione ambientalista ne ha parlato durante la trasmissione “Focus” di Radio Torre Macauda, in onda ogni domenica mattina.

In tanti – dice – alcuni in buona fede, si sono buttati a capofitto sulla desecretazione delle aree potenzialmente idonee ad ospitare rifiuti radioattivi a bassa, bassissima e media intensità, fornendo notizie incomplete. Sono rifiuti che ovunque, compresa la Sicilia, vengono prodotti ogni giorno, non sono rifiuti delle vecchie centrali nucleari che devono essere spostati. Sono rifiuti radioattivi che provengono da radiografie o da cure oncologiche. E’ un problema che va risolto attraverso la individuazione di un’unica area nazionale, sta invece passando un’idea sbagliata, la classificazione attuale dopo una prima fase di consultazione diventerà una carta nazionale di aree idonee, alcune verranno escluse ed io penso che tra queste ci saranno quelle in Sicilia”.

La Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare scorie è stata pubblicata lo scorso 5 gennaio sul sito Depositonazionale.it. In Sicilia sono state individuate quattro aree che sorgono nei Comuni di Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Butera. La vicinanza di quest’ultimo centro con i confini della provincia di Agrigento ha allarmato anche i nostri territori e c’è stata una sollevazione popolare, seguita dalla mobilitazione della politica che ha indossato la casacca ambientalista.

I sindaci hanno preso posizione, quasi tutti non ne sapevano nulla. Legambiente getta acqua sul fuoco del diffuso allarme: “Le 67 aree individuate sono state classificate in base alle analisi geologiche e comunque scientifiche – aggiunge Claudia Casa – si sta mettendo in pratica una fase di trasparenza che noi chiedevamo fin dal 2003. Il Ministero è stato chiaro, sta smontando le fake news e sostiene che la scelta sarà ponderata ascoltanto tutti, dalle popolazioni alle associazioni. Non è una decisione calata dall’alto, è stato tolto il velo ad uno studio scientifico e si discuterà tutti assieme”. Una posizione fondata sull’ambientelismo scientifico, questo l’approccio che Claudia Casa intende fare passare per affrontare il problema. E bacchetta la politica: “Chi sta cavalcando questa vicenda sbaglia – dice ancora – anche i politici devono fondare la loro posizione su criteri scientifici”.

Le decisione finali saranno prese nei prossimi 4 anni, ma secondo l’ambientalista i siti siciliani già oggi non risulterebbero idonei ad ospitare un deposito di scorie: “I siti che rispondono meglio per la realizzazione di questa tipologia di impianti sono in Piemonte e nel Lazio – conclude Casa – ci sono addirittura Comuni che non ricadono in queste aree che si sono proposti ad ospitare tali scorie.

Anche la task force costituita dalla Regione Siciliana sta rincorrendo dei fantasmi, bene fare comitati e predisporre relazioni come stanno facendo enti locali e comitati, ma non c’è spazio per la demagogia e la strumentalizzazione politica. Rassicuro gli agrigentini che sembrano anch’essi preoccupati – conclude – spero che le barricate si facciano piuttosto sulle strade piene di rifiuti, che nessuno sa come smaltire, e che si lavori seriamente ad un’economia circolare. Questa è quello che dovrebbe fare la politica”.