Dad, Maria Concetta Camera: “Il dialogo educativo non si è interrotto ma si è adattato alla situazione di emergenza”

RIBERA. “Trovo stucchevole, se non addirittura devastante, il messaggio che sta arrivando ai nostri giovani riguardo la loro attuale condizione di studenti “a distanza”. E’ lo spunto iniziale per una riflessione che merita attenzione  su un tema attuale che sta assumendo diverse sfaccettature, spesso devianti. La riflessione è della professoressa Maria Concetta Camera, geologa e docente negli istituti superiori. Una docente che vive direttamente il periodo didattico infarcito da emergenza sanitaria ma anche da considerazioni spesso superficiali.

“Continuano- sottolinea la professoressa Maria Concetta Camera- a sentirsi ripetere che i giovani avranno un vuoto nel loro percorso formativo perché la Dad non funziona, è improduttiva, è stancante, non favorisce la socializzazione e che quindi il loro futuro sarà segnato per sempre da questo deficit culturale”.

Di certo, la docente non intende minimizzare le difficoltà e gli aspetti negativi collegati all’ impossibilità di poter “fare scuola” in presenza. Tutt’altro, ma ritiene che “in questo momento in cui si sia data giustamente la priorità al bene in assoluto più importante nella scala dei valori umani, che è la salute, sia importante rivolgersi agli adolescenti con parole di incitamento a non crearsi degli alibi, a non abbandonarsi ai piagnistei, insomma a non piangersi addosso”.
E’ nei momenti particolari che si richiede “di diventare protagonisti di un nuovo modo di apprendere sfruttando appieno le innumerevoli risorse che il web e le tecnologie digitali hanno messo a disposizione soprattutto in questi mesi e in modo gratuito”.
Per Maria Concetta Camera, dunque, “è questo il momento per mettere a frutto, da parte degli insegnanti, quanto appreso attraverso anni e anni di corsi sulle nuove tecnologie e di utilizzare le piattaforme virtuali che oggi trovano le migliori condizioni per poter essere implementate, sperimentando, insieme ai nativi digitali che sono gli alunni, forme innovative e stimolanti di insegnare e di apprendere”.
E allora diventa importante, prioritario, che “in questo momento gli insegnanti debbano essere principalmente dei motivatori, i coach dei loro alunni nella sfida della crisi, nel raggiro degli ostacoli, nella ricerca di soluzioni piuttosto che unirsi al coro delle lamentazioni elencando quotidianamente tutto quello che essi stanno perdendo lontano dai banchi e tutto quello che si sarebbe potuto fare ma non si può per colpa della “distanza”.
Il lungo periodo emergenziale causato dalla pandemia richiede ogni sforzo non per guadare indietro ma per proiettarsi in avanti. Ecco, allora, perché la docente Maria Concetta Camera invita a parlare “di ciò che si può fare ora, in queste condizioni e nel miglior modo possibile, con quello di cui si dispone. Che si parli agli studenti delle opportunità che essi stanno vivendo di poter imparare competenze e abilità che difficilmente in presenza avrebbero potuto apprendere. Che gli si spieghi che il loro futuro sarà costellato di formazione a Distanza, di smart working e di e-learning e che pertanto essi non possono rimanere indietro accampando scuse per non partecipare alle video lezioni o facendosi strumentalizzare andando in piazza a protestare per rientrare nelle strutture scolastiche dove, nel passato non troppo lontano, non hanno perso occasione per contestare la didattica obsoleta che adesso agognano come la salvezza di tutti i mali”.
E, dunque, “non è questo il momento di poltrire e di cercare ragioni per non partecipare al dialogo educativo che non si è mai interrotto ma che si è solo trasformato per adattarsi alla situazione di emergenza. È il momento di ricercare, con grande senso di realtà, quelle risorse di energia e di resilienza che sono indispensabili per andare avanti e che ognuno di noi possiede”.
Filippo Cardinale