Mazara del Vallo, multato uno dei pescatori sequestrati in Libia perché non rispetta norme anti covid

MAZARA DEL VALLO. Farhat Jammali, capo macchina del Medinea, uno dei due pescherecci sequestrati a inizio settembre a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi, è stato multato per mancata osservanza delle restrizioni previste per contenere il contagio da Covid.

Farhat Jammali è uno dei diciotto pescatori che sono stati sequestrati in Libia e che sono stati prigionieri 108 lunghi giorni. “Stavo fumando una sigaretta con un amico, parlando di quello che avevo visto nelle carceri libiche, quando è arrivata la Guardia di finanza, dicendomi che dovevano farmi una contravvenzione”, spiega. “Quest’estate era permesso fumare una sigaretta nel lungomare – aggiunge il pescatore di origini tunisine – e non avevo assolutamente idea di tutte queste novità nei dettagli”.

Al momento dell’accertamento, Jammali non aveva con sé i documenti e i militari delle fiamme gialle lo hanno accompagnato nella sua abitazione. Qui hanno elevato una sanzione da 180 euro. “Li ho implorati di non fare la multa, mi hanno detto che non sapevano nulla della mia storia e che erano obbligati a farla”, continua il pescatore. Nel verbale si legge: “Non a conoscenza delle restrizioni Covid causa prigionia”.

L’accaduto è stato segnalato alla prefettura di Trapani da Giorgio Randazzo, consigliere comunale di Mazara del Vallo, che in una lettera inviata al prefetto, Tommaso Ricciardi, ha chiesto di “annullare il verbale data l’eccezionalità del caso con la speranza di una sua benevole accoglienza che eviterà ogni eventuale ricorso che per il signor Jammali verrà vissuto come ulteriore mortificazione”.