Scuola “Rossi”, criticità sulla compartimentazione dell’aula magna: “soluzione alla saccense” che scontenta le famiglie

SCIACCA. Vi è sempre qualcosa che fa emergere la “soluzione all’italiana”. Come, ad esempio, il ginepraio di regole per eludere “a norma ” una serie di limitazioni alla libertà personale che il Governo Conte sta adottando per evitare i contagi covid. Oltre alla “soluzione italiana” c’è quella “siciliana”, e non può mancare, ovviamente, quella “saccense”.

Il riferimento è alla rimodulazione di qualche classe dell’infanzia nel plesso della Mariano Rossi in via De Nicola. Una scuola ben ideata, ben condotta, e che eroga servizi davvero efficienti. A causa della pandemia Covid si è resa necessaria una rimodulazione di qualche classe per consentire al meglio l’applicazione delle misure di sicurezza anticontagio.

Lo scorso 5 ottobre, sul nostro giornale, scrivemmo un articolo (https://www.corrieredisciacca.it/scolari-dellinfanzia-devono-attraversare-listituto-per-andare-nei-bagni/) su una criticità sorta e che, secondo noi, poteva evitarsi considerato il tempo estivo servito per programmare il ritorno a scuola dopo la lunga chiusura imposta per combattere l’emergenza Covid. Un’attività di programmazione e di interventi in capo all’Amministrazione comunale, competente per gli istituti scolastici presenti in città esclusi quelli di competenza dell’ex Provincia.

Una criticità che, come riportammo nell’articolo dello scorso 5 ottobre, risiedeva nel fatto che gli scolari della scuola dell’infanzia, sezioni A, C e D dell’infanzia devono percorrere tanta “strada” per fare i loro bisogni fisiologici. Con le misure anticovid, le loro classi hanno subito una rimodulazione e spostate nella parte opposta dove erano collocate lo scorso anno. Infatti, erano vicinissime ai bagnetti. Le loro classi, A, C e D, con le nuove misure,  sono ricavate dall’aula magna divisa con pannelli in legno alte circa  2 metri, senza soffitto e con un cancelletto al posto della porta. Si è potuto constatare in occasione delle votazioni del referendum. Diversi genitori ci riferirono che le finestre di queste classi non sarebbero utilizzabili. La classe A, regolare come costruzione, avrebbe dimensioni ridotte per accogliere 15 bambini di 5 anni con le misure di sicurezza molto risicate. Non ci sarebbe lo spazio per uno scaffale dove lasciare il materiale didattico. Con lo spostamento delle classi e la eccessiva distanza dai bagnetti, per i bambini diventa difficoltoso lavarsi spesso le mani (non avendo la mascherina, ad uno starnuto e asciugata di naso si dovrà ricorrere al gel o lavarsi la faccia). L’attività didattica ne risente e gli scolari potranno usare il bagno ad orari stabiliti e attraversando praticamente 50 metri (e altrettanti al ritorno) accompagnati da personale o dall’insegnante.

Ebbene, o meglio, male, ancora oggi persiste la criticità. Ma c’è di peggio perché a quanto pare i soldi, quei maledetti soldi che si trovano solo quando bisogna sperperarli in cose superflue e luccicanti, non sono abbastanza per concretizzare il progetto di rimodulazione concordato all’inizio e condiviso anche dalla dirigenza scolastica.

Ecco allora scende in campo la soluzione saccense. La “compartimentazione” non si fa più con la divisione dell’aula magna attraverso pareti di cartongesso ma con gli elementi prefabbricati e modulari che di solito si usano negli uffici e che non sono ideali per l’attività didattica. Il tetto dell’aula magna non viene ridotto di altezza con la realizzazione di un controsoffitto (l’aula ha un tetto alto). Insomma, la “soluzione saccense” che l’Amministrazione comunale sta mettendo in atto prevede una non ideale “compartimentazione”, lasciando di fatto irrisolto il vero tema che è quello di consentire un adeguato svolgimento dell’attività scolastica senza commistioni e interferenze di rumori e altro.

Oggi le famiglie, come allora, sono in fibrillazione, sono deluse per la  mancata attuazione di quanto prospettato per risolvere in modo adeguato, e al livello alto dell’istituto Mariano Rossi, le criticità sorte sin dalla riapertura post lockdown.

Infatti, quasi fanno un passo indietro rispetto a quanto fattoci pervenire in redazione dopo il nostro articolo del 5 ottobre. Infatti, il 6 ottobre abbiamo pubblicato una lettera delle famiglie (https://www.corrieredisciacca.it/scuola-mariano-rossi-le-aule-dei-bambini-saranno-sistemate-presto-serve-anche-piu-personale/ ).

Nella lettera, le famiglie  preliminarmente ringraziavano la nostra testata giornalistica per l’attenzione che ha rivolto nei confronti del benessere psico, fisico e scolastico dei nostri bambini. Con le misure anticovid, molte classi hanno subito una rimodulazione; questa rimodulazione ha comportato uno spostamento “momentaneo” delle classi dei nostri figli (alunni dell’infanzia) ed un allontanamento dai bagnetti. È una situazione di emergenza.

Infine, la lettera concludeva evidenziando che l’amministrazione comunale è stata sensibile alla problematica e ha chiesto, anch’essa al tecnico di dare priorità a tale intervento. Noi rappresentanti dei genitori, siamo ben consci del problema ma siamo altrettanto responsabili. Un piccolo sacrificio (quello di attendere il completamento delle opere) permetterà ai nostri piccoli di rientrare nelle proprie aule vicino ai bagnetti  permetterà, altresì, di non spostarsi in altre aule in altri siti, soluzione che avrebbe sospeso il percorso scolastico all’Interno dell’istituto.

Sono trascorsi mesi e la situazione non è quella prospettata all’inizio e che ha rassicurato le famiglie iniettando dosi di fiducia. La “soluzione saccense” ha creato parecchio malcontento. Che la tenerezza del Natale, che tocca i nostri cuori e quelli dell’Amministrazione, possa portare quella giusta e idonea soluzione per le classi A,C,D dell’infanzia del plesso Mariano Rossi.

Filippo Cardinale