Daspo per 102 soggetti agrigentini. Anche a Sciacca e Santa Margherita per risse
PROVINCIA DI AGRIGENTO. Sono 81 i Daspo sportivi e 21 i Daspo con divieto di avvicinamento ad esercizi pubblici dove si sono verificate delle risse. E’ il bilancio di ottobre della divisione Anticrimine della Questura di Agrigento che ha intensificato l’azione preventiva per contrastare ogni forma di violenza sia nelle strutture sportive (in occasione di competizioni calcistiche, incluse quelle dilettantistiche, e di tutte le altre attività sportive) sia all’interno o in prossimità di esercizi pubblici o locali di trattenimento.
Daspo che vietano l’accesso ad eventi sportivi sono stati emessi – ricorda la Questura, a titolo di esempio, – dopo le risse avvenute la scorsa estate Sciacca il 29 giugno e il 24 luglio scorsi. Risse che hanno visto come protagoniste, rispettivamente, sette e cinque persone, anche donne.
Daspo anche per i fatti di Licata del 17 maggio che coinvolsero 5 persone, uomini e donne, tra cui minorenni; ma anche a Raffadali e Santa Margherita Belice.
Altri Daspo sono stati irrogati per spaccio di droga, rapine ed una estorsione commessa da un parcheggiatore abusivo ai danni di un utente lo scorso 16 settembre a Canicattì.
Per quanto riguarda il divieto di avvicinamento ad esercizi pubblici – ricorda sempre la Questura – c’è stata l’interdizione tramite Daspo (o Dacur) a tre persone responsabili lo scorso 10 ottobre di una rissa in un bar tabacchi di Santa Margherita Belice.
L’incisiva azione preventiva è stata possibile grazie agli interventi normativi susseguitisi nel tempo e in costante evoluzione, da ultimo un decreto legge dello scorso ottobre che hanno fornito al questore la “tool box” per contrastare fattispecie criminali che hanno luogo in determinate occasioni e contesti aggregativi di massa che per il forte impatto che hanno sulla collettività destano elevato allarme sociale.
L’originario decreto per la sicurezza negli stadi del 1989 nel 2014 e nel 2019 ha subito significative modifiche che hanno riguardato l’inasprimento delle pene, fino a cinque anni di divieto di accesso negli impianti sportivi per il Daspo semplice e dieci per i recidivi, ma anche l’estensione del provvedimento a coloro che negli ultimi cinque anni si sono resi responsabili di diverse fattispecie di reato, tra cui rissa, spaccio di droga, rapina, estorsione e porto abusivo di armi e strumenti idonei all’offesa alla persona, appunto i reati “spia” che denotano una potenziale pericolosità in capo al soggetto che se ne è reso responsabile, commessi anche al di fuori dei luoghi in cui si tengono le competizioni e luoghi limitrofi e di transito, essendo peraltro sufficiente a loro carico una semplice denuncia o una condanna non definitiva.
Con decreto legge emanato lo scorso mese di ottobre, il questore può ora imporre il divieto di accesso, da sei mesi a due anni, negli esercizi pubblici o locali di pubblico trattenimento, pure a quei soggetti che negli ultimi tre anni sono stati denunciati o condannati, anche non definitivamente, perché resisi responsabili di reati contro la persona ed il patrimonio, o reati aggravati da motivi razziali, e da uno a cinque anni per spaccio di stupefacenti, avvenuti all’interno o in prossimità degli esercizi pubblici o locali di pubblico trattenimento che gli vengono interdetti.