Visite all’aperto al centro Alzheimer di Sciacca, La Rocca Ruvolo: “Sono indignata e sconcertata”

SCIACCA. “Sono fortemente indignata e sconcertata per quanto avvenuto questa mattina al centro Alzheimer di Sciacca dove ai pazienti, in modo sconsiderato, sono state erogate prestazioni sanitarie all’aperto. Quanto accaduto evidenzia, ancora una volta, una forte conflittualità tra personale medico e direzione sanitaria che va assolutamente risolta perché a pagare non possono essere i pazienti che oggi sono stati gravemente strumentalizzati e offesi”. Sulla vicenda interviene il presidente della commissione Salute dell’Ars Margherita La Rocca Ruvolo, imbufalita per la scelta di ricevere i pazienti fuori dalla struttura che opera all’interno dell’ospedale “Giovanni Paolo II”.

Nei mesi scorsi, come si ricorderà, i locali del centro Alzheimer di Sciacca sono stati trasferiti dal piano terra al primo piano di uno degli edifici del nosocomio saccense per fare spazio al centro medico-legale dell’Inps. Scelta che, a quanto pare, non è stata ben accolta dagli operatori sanitari che non hanno ancora proceduto al trasferimento pur avendo già a disposizione i locali.

“Quella che forse è stata un’azione strumentale per protestare contro il trasferimento dell’ambulatorio – aggiunge la deputata regionale – risulta essere senza dubbio una scelta inaccettabile ed eticamente scorretta nei confronti dei pazienti. Se ci sono problemi rispetto ai locali è giusto affrontarli e risolverli nelle sedi e con le maniere opportune, non è certo quello di strumentalizzare i pazienti il modo più corretto per far valere le proprie ragioni. Sollecito chi di competenza a procedere nel più breve tempo possibile all’adeguamento dell’ambulatorio per i pazienti Alzheimer, così come già predisposto dall’Asp che, meritoriamente, ha concesso in comodato d’uso gratuito i locali precedentemente utilizzati al centro medico-legale dell’Inps evitando così disagi agli utenti dell’hinterland saccense che altrimenti, per fruire delle prestazioni, sarebbero stati costretti a recarsi spesso ad Agrigento”.