Teatro Samonà, progetto regionale di completamento. Dobbiamo fidarci ? E’ la scelta giusta ?
SCIACCA. Il sopralluogo a sorpresa dei giorni scorsi nel teatro popolare di Sciacca, illustre opera incompiuta della città da decenni simbolo del degrado e della difficoltà della pubblica amministrazione, mirato a progettare e rendere fruibile un’opera, a molti appare come l’ennesimo slogan della classe politica regionale che rischia di dilungare i tempi, come accade ormai da oltre cinque anni per le Terme.
Salvatore Monte, ex assessore comunale al turismo e allo spettacolo, nel 2015 un teatro popolare seppure incompleto lo aveva ottenuto in gestione grazie alla “forzatura” del congresso internazionale del Rotary Club. Quell’evento venne presentato come un’apertura ufficiale con tanto di taglio del nastro da parte di un Ministro della Repubblica, ma in realtà non si trattava affatto di un teatro vero e proprio.
La struttura venne utilizzata per qualche tempo non per eventi teatrali ma per convegni e piccoli eventi, essendo priva di un palcoscenico. Un auditorium, in poche parole. Oggi Monte dice che si può fare un’operazione analoga a quella del 2015, in attesa del completamento: “Va solo sistemato e riadattato per come lo avevamo lasciato – dice l’ex assessore – basta poco, manca il palcoscenico è vero, ma riuscivamo lo stesso a fare varie iniziative. Ipotizzare adesso una riapertura significa trovare una barca di soldi, significa lasciarlo chiuso ancora per anni. Io – aggiunge – credo che il teatro possa essere reso fruibile con un piccolo finanziamento finalizzato alla manutenzione straordinaria per sistemare i danni causati dal maltempo e dai vandali”.
L’assessore regionale Alberto Samonà nei giorni scorsi ha detto che si lavora per fare riaprire la struttura attraverso un progetto di completamento. Ma in città ci si preoccupa che ciò significa l’attivazione di una macchina burocratica che la Regione Siciliana negli anni ha dimostrato di non potere gestire al meglio, vedi la chiusura delle Terme e la redazione di un bando per la concessione a privati.
Giuseppe Recca