Per Cittadinanzattiva-Tdm all’ospedale di Ribera non possono esserci reparti doppioni di Sciacca

SCIACCA – RIBERA. Per Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato – Rete procuratore dei cittadini di Sciacca, è “scelta saggia” quella dell’Asp di convertire l’ospedale di Ribera in Centro Covid e dismettere quelle unità operative che sono doppioni di quelle di Sciacca. Per Lilla Piazza, Gero Maggio e Rosa Castagno, tale soluzione potrà ridare all’ospedale di Sciacca la sua efficienza per i malati ordinari molto penalizzati dalla commistione con il Centro Covid.

Qualcuno – aggiungono – ha voluto più o meno coscientemente, ingannare o illudere i cittadini di Ribera che tenere aperto il presidio o alcune unità operative servisse a difendere i loro interessi e la loro salute. La difesa della salute dei cittadini – concludono – non ha nessuna relazione sull’esistenza dell’ospedale così come esso è attualmente concepito”.

E rilevano come gli accessi a Ribera siano molto ridotti e che tutti gli indici statistici internazionali dicano chiaramente che gli ospedali che non hanno un numero sufficiente d’accessi non risultano essere sicuri per la salute di chi li utilizza. L’ospedale di Ribera rientrerebbe tra i presidi con accessi insufficienti e Tdm riporta un dato statistico del 2015: a Ribera gli accessi sono stati 8509, a Sciacca 27539.

Cittadinanzattiva apre un fronte nuovo del quale si è parlato poco. E usa toni forti: “A Ribera ci sono delle errate prese di posizione – scrivono – dettate da un irrazionale campanilismo o peggio da ricerca di facile consenso clientelare. Tutto ciò – affermano Maggio, Piazza e Castagno, ha determinato il perdurare di uno stallo che ha penalizzato sa Ribera che Sciacca che sono riuniti e che dovrebbero essere utilizzati al meglio per offrire più servizi diversificati al territorio”.