A Palermo Orlando contro le norme chiude scuole primarie
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha annunciato la chiusure delle scuole dell’obbligo da lunedì 16 Novembre. Il primo cittadino va oltre le sue competenze. I sindaci, infatti, non possono disporre chiusure se non per attività di sanificazione e disinfezione.
“Preso atto del mancato invio di notizie circa lo stato delle strutture ospedaliere in città e della tenuta del sistema sanitario complessivamente a livello regionale, con possibile ricaduta gravissima sulle condizioni di sicurezza dei cittadini – dice Orlando – e preso atto del considerevole aumento dei contagi in tutta la Regione oltre che nella città e nell’area metropolitana di Palermo, ho deciso a malincuore di disporre a partire da lunedì prossimo la chiusura di tutte le scuole dell’obbligo della città.
Lo annuncio già oggi – aggiunge – perché le famiglie, i dirigenti scolastici e gli insegnanti possano prepararsi per tempo e non trovarsi di fronte ad un provvedimento dell’ultimo minuto. È una decisione presa con sofferenza perché sono conscio che la didattica a distanza per quanto possa essere svolta con professionalità e passione, non può garantire quel rapporto umano fra docenti e studenti e quel rapporto di socialità fra i giovani che sono parte integrante del processo di apprendimento.
Proprio perché siamo di fronte ad una emergenza sanitaria – continua – devo assumermi la responsabilità di questo provvedimento, che mira a ridurre gli spostamenti in città e a limitare quindi il rischio che i contagi continuino a salire, portando ulteriore appesantimento per il sistema sanitario e sui medici già allo stremo.
Proprio per questo ho deciso di non chiudere le scuole dell’infanzia comunali, che sono basate sul sistema della territorialità e perché l’incidenza dei contagi in queste strutture è del 0,15% degli alunni, meno di metà che nelle primarie e circa un quinto delle medie”.
Orlando sottolinea che si tratta di un provvedimento temporaneo perché da lunedì si farà un monitoraggio dell’andamento dei contagi e, auspicabilmente, della situazione delle strutture ospedaliere, i cui dati saranno valutati perché la chiusura possa essere limitata al minimo indispensabile.
“Mi spiace, lo sottolineo ancora una volta – dice – aver dovuto prendere questa decisione, ma non penso sia più possibile rinviare assunzioni di responsabilità che gravano sui nostri figli e nipoti”.