Che razza di fisarmonica! Il piano dell’assessore alla salute è andato a rilento…e si vede
SICILIA. L’assessore alla Salute, Ruggero Razza, aveva escogitato il piano a “fisarmonica”. Una strategia maturata nel corso dell’estate e che consiste nell’attivare posti quando servono. Ma il virus si è mostrato in tutta la sua virulenza e velocità. La “fisarmonica” di Razza, invece, si è dimostrata lenta nel funzionamento. Basta osservare quello che è successo nei pronto soccorso trasformati in “parcheggi” per ambulenze con a bordo pazienti in attesa che qualche ospedale liberasse posti per i contagiati da covid.
Al Civico di Palermo, martedì, c’erano 50 positivi, venti in più rispetto alla capienza: i medici hanno dovuto sdoppiare le fonti di ossigeno e lasciare qualche paziente in ambulanza. A Partinico , mercoledì: i mezzi sono rimasti fermi con i pazienti a bordo per ore davanti al Covid hospital.
Dall’assessorato alla Salute, la rete ospedaliera è stata presentata soltanto nel pieno della seconda ondata. Senza dimenticare il sistema di tracciamento andato in tilt e una campagna di screening partita in ritardo.
Gli esperti del Comitato tecnico-scientifico nazionale, basandosi sul report dell’Istituto superiore di sanità aggiornato al 25 ottobre, hanno valutato – oltre a un fattore Rt allora a 1,42 – le probabilità di saturazione delle terapie intensive e della degenza ordinaria, entrambi ormai a ridosso delle soglie critiche (che secondo l’Iss sarebbero state superate entro trenta giorni), e soprattutto il tracciamento dei contagiati.
Mercoledì Razza ha presentato all’Ars il nuovo piano che prevede, in due fasi, 2.384 posti di degenza e 416 in terapia intensiva. Una rete ancora in gran parte sulla carta. Al momento in Sicilia ci sono 1.304 persone ricoverate e 157 intubate. Negli ultimi venti giorni l’impennata è stata velocissima: il 15 ottobre in ospedale c’erano 520 pazienti, di cui 52 in terapia intensiva. E infatti l’Iss ammonisce la Sicilia sul rischio di saturazione entro 30 giorni. Razza dice che “per allora la rete sarà più ampia”.
Filippo Cardinale