Carlino: “Siamo un Comune strutturalmente deficitario. Difficoltà a svolgere normale attività in un contesto così”

SCIACCA. Nel corso della seduta consiliare di ieri sera,in cui si discuteva sul rendiconto finanziario 2019, il consigliere Calogero Bono ha chiesto al dirigente del settore Finanza, Filippo Cardino, di esporre in maniera sintetica la reale situazione finanziaria del Comune di Sciacca.

Il Direttore di ragioneria ha espresso una sintesi esaustiva che la dice lunga sullo stato di salute finanziario del Comune. In buona sostanza, è come una famiglia che non regge a sostenere le spese mensili e ha bisognio di entrate straordinarie. Se queste arrivano e allora c’è un pò di ossigeno, altrimenti è difficile andare avanti.

Per il Comune le entrate straordinarie sono state (difficile che se ne verificheranno altre) la transazione con l’Eas che si èchiusa a favore del Comune per diversi milioni di euro.Soldi che, in verità il Comune aveva anticipato per provvedere alle manutenzioni che l’Ente Acquedotti Siciliani non risuciva più a garantire.

“Noi siamo un Ente strutturalmente deficitario- ha detto il dottore Carlino-  e questo concetto si evidenzia con la dfficoltà dell’Ente a continuare a svolgere attività in un contesto normale”. Del resto, più volte si è evdienziato la precarietà finanziaria su cui si regge (in modo molto friabile) il Comune. “Se noi guardiamo i parametri che ci hanno portato ad essere strutturalmente deficitari-ha seguittato Carlino- ci accorgiamo che sono quelli che tutti conosciamo  da tanti anni e che la Corte dei Conti ci mette in evidenza: difficoltà di riscossione, decifit in bilancio”.

“Lo sappiamo già da anni e lo abbiamo detto alla Corte dei Conti in maniera esplicita che l’Ente si è sostenuto anche con le entrate di carattere straordinario, come la transazione con l’Eas che ci ha consentito di continuare”, ha detto il Direttore di ragioneria.

E’stato esplicito, chiaro, senza politichese. “Certo è che la situazione peggiora col tempo. Debbo dire onestamente che la questione del personale, in questi anni è stata molta dibattuta, e proprio per la riduzione non riusciamo a mandare avanti le attività.  Io in primis ho fatto tante note all’Amministrazione a proposito”.

Un crescendo di Carlino che assomiglia alla preoccupazione di un buon padre di famiglia. “La situazione è sempre a rischio.  Più andiamo avanti, e lo abbiamo visto in questi anni, più la situazione  è peggiorata, legata anche ad un contesto forse sovracomunale, nazionale. Certo è che necessario fare un cambio di marcia. Il Comune è a rischio. Il predissesto porta al ricorso di un piano di riequilibrio, fase in cui non è qualcuno che ci dice che dobbiamo andare verso una tappa obbligata, ma è l’Ente che vedendo i conti si mette a disposizione degli Organi che dovranno controllare e segnalare una situazione difficile che ha bisogno di un piano di riequilibrio. Quindi di un piano che deve essere programmato in un arco temporale abbastanza lungo nel quale fare una serie di programmazione . Piano che deve essere vagliato dagli organi centrali. Qualora non ci dovessimo riuscire, subentra la fase di insolvenza vera e propria con la dichiarazione del dissesto”.

Carlino ha anche uno slancio patriottico:”Io sono dell’idea che fin quando posso lottare per evitare situazioni di riequilibrio lo farò. L’amministrazione ne è consapevole”. Ma quanto durerà il gesto eroico del Direttore di ragioneria?

E pur di fare cassa, Carlino ha accennato alla gestione del parcheggio a pagamento. “Sulla situazione parcheggi, pur avendo tante difficoltà in termine di gestione, ci siamo detti va bene perché c’è bisogno di incassare perhè la situazione è quella che, ma ci siamo sobbarcati anche questo onere di carico di lavoro”.

“La situazione è difficile e lo abbiamo detto anche in una situazione di misura correttiva alla Corte dei Conti. Facciamo tanti sacrifici per incassare, però dopo capita un debito fuori bilancio di un certo peso che vanifica i sacrifici”.  I debiti fuori bilancio arrivano dopo le sentenze.

Alla fine, Carlino conclude dicendo che il Comune “ha la febbre, che è sintomo di evidente difficoltà”.

Filippo Cardinale