Terme, il Consiglio comunale approva documento dei Comitati e sollecita Musumeci a dare risposte

SCIACCA. All’inizio del Consiglio comunale di ieri sera si è discusso di ulterormente sollecitare la Regione sulla tematica delle terme, arricchendo la “pressione” con un documento sinergico delle realtà civiche quali Comitato Civico Patrimonio Termale, Associazione Sciacca Terme Rinasce e Associazione #Ora Basta. In verità, il Consiglio comunale di Sciacca non è nuovo a “documenti” approvati per sollecitare i tanti tempi importanti della città irrisolti. Epistole che, purtroppo, sono rimaste nella cartella della letteratura inevasa della Regione.
Il documento sinergico dei comitati è stato arricchito da inserti propri del Consiglio comunale.
Una sollecitazione che pone al Presidente della Regione un inanellarsi di interrogativi sullo stallo delle terme, ma anche un confronto. ” La città di Sciacca, nelle sue diverse componenti politiche e sociali, unitariamente esprime il proprio incondizionato no ad una dissennata politica regionale che ha espropriato la nostra città della risorsa più preziosa che madre natura le ha donato, il patrimonio termale di acque e di grotte vaporose sul monte San Calogero”, è scritto in un passaggio contenuto nel documento. Si ricorda anche che “le terme sono chiuse da oltre 5 anni e tale chiusura ha rappresentato l’epilogo di una prolungata gestione fallimentare da parte della Regione”.
Si accusa che con la chiusura delle Terme la situazione si è tuttavia ulteriormente aggravata, perché nelle more della programmata e mai avvenuta privatizzazione, il liquidatore della società Terme di Sciacca SpA non ha provveduto ad alcuna manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti e degli immobili, ragion per cui il loro stato si è gravemente deteriorato”.
Questi i punti di domanda posti al Presidente della Regione:
– Deve intendersi decaduto il contratto del 25/10/2017 con cui la Regione siciliana dava in concessione alcuni beni costituenti il patrimonio termale al Comune di Sciacca?
– Deve intendersi definitivamente concretizzatasi la concessione al Comune di Sciacca del Parco Termale e della piscina solfurea, avvenuta nel settembre del 2019?
– Il complesso termale è nel più completo abbandono e degrado, con depauperamento del patrimonio pubblico e rischi per la pubblica incolumità. A chi compete la custodia e la manutenzione?
– La Regione intende intervenire con risorse finanziarie proprie per riparare i danni ingenti che gli impianti e gli immobili hanno subito a causa della mancanza di ogni manutenzione in questi cinque e più anni di chiusura?
– Perché dopo dieci anni non si è conclusa la liquidazione della società Terme di Sciacca SpA? – Perché l’avviso di gara pubblica per la concessione in affidamento a privati del complesso termale di Sciacca non è stato prorogato alla scadenza del mese di luglio, considerato che nelle more era scoppiata la pandemia?
– Perché non si affida la preparazione del bando e la sua veicolazione presso gli imprenditori nazionali e internazionali suscettibili di interesse ad un “advisor” altamente specializzato (con la conseguenza concretamente verificata che, per come si è fatto finora, neanche Federterme era a conoscenza dell’ultimo bando andato deserto)?
– Perché dopo tanti anni non si riesce a portare a termine la procedura di corretto accatastamento di tutti i beni immobili che compongono il complesso termale di Sciacca? – Quali “migliorie” rispetto all’ultimo avviso pubblico di gara intende apportare la Regione per rendere più appetibile il bando nei riguardi del mercato imprenditoriale privato?
– Esiste un piano B nel caso in cui l’imprenditoria privata, debitamente portata a conoscenza, dovesse continuare a mostrarsi non interessata?
– La Regione intende assumersi la responsabilità politica di un piano organico per rilanciare il turismo termale siciliano, sociale e del benessere, garantendo un cronoprogramma di passaggi tecnici e politici per realizzare quest’obiettivo così importante e con esso il rilancio delle Terme di Sciacca?
Filippo Cardinale