L’Unitas scrive a Musumeci: “Il Gurrera adeguato alle norme anti covid, senza pubblico impossibile andare avanti”
SCIACCA. Una lettera al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, firmata dal presidente Gioacchino Settecasi, per evitare che gli sforzi compiuti per adeguare lo stadio Gurrera alle norme anti covid non venga disperso e che la squadra possa essere sostenuta dai tifosi. Almeno da un numero di 1.000 come previsto in seria A. Il tutto, considerato che il Gurrera è uno dei più grandi stadi della nostra regione e consente un adeguato distanziamento interpersonale.
Gioacchino Settecasi, nella missiva, sottolinea come la societàUnitas Sciacca si sia spesa in estate “per adeguare lo stadio alle norme anticovid 19 che erano state individuate dal DPCM 7 Agosto. Abbiamo rinumerando l’intera struttura onde consentire il giusto distanziamento tra un posto e l’altro frontalmente, lateralmente e posteriormente; installato apposite colonnine per l’igienizzazione delle mani; acquistato un congruo numero di termoscanner per la misurazione della temperatura a quanti accedono alla struttura; abbiamo messo in vendita gli abbonamenti numerati prendendo i dati degli abbonati e predisposto una piattaforma di vendita on-line per i ticket di accesso domenicali, garantendo quindi la prenotazione e scelta del posto senza dover attivare il botteghino fisico evitando quindi inutili code ed assembramenti. Abbiamo fatto tutto ciò che ci veniva richiesto per garantire un accesso in sicurezza ed in linea con le attuali normative, ottenendo anche un primo benestare dagli organi di Pubblica Sicurezza”.
Insomma, tanti sforzi per garantire adeguatamente il rispetto delle norme anti covid e il distanziamento fisico. Nella lettera, Settecasi non manca di evidenziare che “lo scorso anno siamo stati letteralmente trascinati dall’amore dei nostri tifosi che riempivano le nostre tribune, suscitando anche l’interesse delle testate giornalistiche sportive non soltanto per l’eccezionalità dei numeri raggiunti, ma anche per il risvolto sociale che aveva avuto il grande spirito di aggregazione che si respirava sui nostri gradoni, pieni di bambini, mamme, nonni e intere famiglie.
Grazie a loro siamo riusciti a conquistarci il diritto a partecipare al campionato di Eccellenza, massima espressione del calcio dilettantistico siciliano. Un evento che la nostra tifoseria attendeva con ansia da ben 27 anni, generando ancora più entusiasmo in città”.
La nostra società in estate si è spesa per adeguare il nostro stadio alle norme anticovid 19 che erano state individuate dal DPCM 7 Agosto: abbiamo rinumerando l’intera struttura onde consentire il giusto distanziamento tra un posto e l’altro frontalmente, lateralmente e posteriormente; installato apposite colonnine per l’igienizzazione delle mani; acquistato un congruo numero di termoscanner per la misurazione della temperatura a quanti accedono alla struttura; abbiamo messo in vendita gli abbonamenti numerati prendendo i dati degli abbonati e predisposto una piattaforma di vendita on-line per i ticket di accesso domenicali, garantendo quindi
la prenotazione e scelta del posto senza dover attivare il botteghino fisico evitando quindi inutili code ed assembramenti. Abbiamo fatto tutto ciò che ci veniva richiesto per garantire un accesso in sicurezza ed in linea con le attuali normative, ottenendo anche un primo benestare dagli organi di Pubblica Sicurezza.
Ma tutti i nostri sforzi rischiano di essere vanificati ed anzi, le spese sostenute per adeguare la nostra struttura alle norme anticovid, rischiano di appesantire ulteriormente le casse della nostra società che, come tutte le realtà dilettantistiche, trae la quasi totalità dei propri proventi dalla passione dei propri tifosi mediante l’acquisto degli abbonamenti e dei biglietti di ingresso.
L’Unitas Sciacca ha bisogno del sostegno della tifoseria anche per far fronte ai costi. “Senza pubblico è impossibile andare avanti ed è per noi diventato fondamentale non soltanto salvare la categoria cui siamo arrivati dopo anni di lavoro intenso, ma un fenomeno sociale che andrebbe studiato: una comunità che si è ritrovata ed unita attorno a questa società facendone il proprio vanto”.
“Non spenga l’entusiasmo di queste persone-conclude Settecasi-, non lasci i nostri quasi 100 atleti tesserati orfani di un pallone da inseguire. Dietro quel pallone, mi creda, c’è molto di più”.