Alle due della notte scorsa…si perde un consigliere comunale. Seduta rimandata a domani sera

SCIACCA.  Divertirsi a costo zero. Annoiarsi a costo zero. Sono due varianti che il nostro Consiglio comunale offre alla ristrettissima platea di chi segue i lavori d’aula. Intendiamoci, grosso modo la platea è uguale alle dita di una mano quando “è pienone”. Tra questi ristrettissimi spettatori c’è il sottoscritto costretto alla “tortura” per dovere di cronaca, cioè raccontare ciò che succede nell’aula della stanca, ossia in quell’aula consiliare che dedicata a due magistrati illustrissimi e ammazzati dalla mafia: Borsellino e Falcone. Non c’è peggiore dedica, rispetto all’altissimo valore dei due martiri, di quella che deriva dalla manifesta ed evidente inerzia di una classe politica ridotta, cinematograficamente parafrasando, a recitare piccole presenze di comparsa.

Già, perché ormai il “Consiglio comunale è stato spogliato del suo ruolo”. E’ evidente, si coglie senza difficoltà, che il periodo politico che stiamo vivendo si identifica con la consapevolezza di un’agonia che va tirata fino alla fine poiché non ci sono consiglieri che riescono a rendere efficace una mozione di sfiducia e porre fine al delirio di un mandato iniziato male, seguito malissimo, lasciato in vita per il mancato coraggio di staccare la spina. Un Consiglio tenuto in vita per human inertia.

C’è un aspetto, molto ma molto in fondo, divertente che puntualmente il Consiglio comunale offre. Per amor del vero non è solo noia, c’è anche la farsa. Come ieri sera (e non è la prima in asoluta, ci sono già diverse repliche). Una fiera delle parole, già vista e rivista. Ma alla fine, l’ingresso è gratis e vale la pena divertirsi un pò.

Assistere alla seduta consiliare in modalità mista è duro. Immagini che rallentano, pochi consiglieri in aula, altri seguono online, con piattaforma valida e certificata. Si ha la sensazione di entrare in una stanza di fantasmi. Chi è in aula viene ripreso in formato mignon. Chi è casa, invece, offre di più, un primo piano. Spesso provato dall’ora tarda. Ma offre anche la possibilità di vedere scorci di casa dei consiglieri telematici. In fin dei conti, il consigliere che segue da casa apre la propria porta. E così si ammirano angoli domestici come in una rivista specializzata di case. Sappiamo ormai tutto dei soggiorni, dei salotti, dei quadri, dei suppellettili “privati”.  Zoom offre anche qualche sbadiglio in primo piano e da primato. Facce da zombi che diventano ancora più zombi col passare delle ore e l’inoltrarsi della notte.

Ieri sera si è assistito ad un delizioso atto comico. Palavano, parlavano e parlavano sul punto della presentazione dei nuovi assessori, già vecchi visto i mesi di presenza in giunta. Parlavano fino a quando qualcuno si è accorto che non c’era il numero legale. Cioè, parlavano e parlavano “illegittimamente”, cioè nel corso di una seduta senza validità per mancanza del numero legale. Erano 13, ma per più di mezz’ora, il numero è sceso a 12, cifra che non permetteva la validità della seduta e di continuare. Mancava un consigliere di maggioranza. Cerca e ricerca, telefona e ritelefona, ma niente. Il 13esimo son si trova, sparito dagli schermi della piattaforma.

Mi è venuta nella mente la storica vicenda della missione della navicella spaziale Apollo 13, nel 1970. Al ritorno vi fu un lungo periodo di silenzio. Da Cape Kennedy c’era ansia e paura. Non c’era più collegamento tra il quartier generale della Nasa e la navicella. Houston, we have a problem, urlava l’astronauta Jack Swigert a bodo della navicella.

Ieri sera, dall’aula consiliare, il Presidente era alla ricerca di un contatto con il 13° consigliere che era sparito dagli schermi. Qui Montalbano, consigliere risponda. Ma il consigliere in questione, quel 13° uomo che teneva valida la seduta, era entrato saldamente tra le braccia di Morfeo. A Montalbano non è rimasto altro che ripetere we have a problem. Conseguente conta dei presenti, vicini e lontani, e constatazione che mancava il numero legale. Tutti a casa, a domani sera.

Filippo Cardinale