Venezia Assessore, senso di responsabilità e coraggio
SCIACCA. “Senso di responsabilità”: quest’affermazione viene frequentemente usata in politica per spiegare una scelta o un incarico. Il “senso di responsabilità” non si nega a nessuno: è quasi una frase fatta che molti politici locali usano spesso quando assumono una carica istituzionale e cercano di avvicinarsi ai cittadini cominciando con parole ammaliatrici.
Nino Venezia ha accettato l’incarico senza dubbio per senso di responsabilità. Come avevano fatto prima di lui Michele Bacchi, Roberto Lo Cicero e Sino Caracappa. Un “atto di servizio e di amore verso la città” insomma, un modo per essere utili in un momento difficile. Ma entrare in un governo cittadino che in fatto di popolarità è in caduta libera e che, pur “lavorando tantissimo” (questo dicono quelli che sono dentro il palazzo), non riesce a fare emergere il frutto di tale impegno, è davvero un’operazione conveniente per chi è da anni nell’agone politico, che ha la passione politica e che cerca di farsi spazio per avere ulteriori prospettive ?
Nino Venezia sta affrontando un grosso rischio. Lui non è un tecnico come Lo Cicero e Bacchi (così si sono presentati). Lui è un assessore politico, con tanto di “targa”. Ecco quindi che riteniamo la sua scelta il frutto di un eccezionale coraggio. Qual’è la strategia che suggerisce di far parte di un progetto politico e amministrativo in corso, al momento impopolare ed a meno di due anni dalla conclusione ? Difficile per l’amministrazione comunale in carica recuperare la fiducia dei cittadini, difficile per Venezia cambiare una tendenza verso il basso. Ma lui ci vuole provare, quantomeno per mettersi alla prova, per una sfida ai limiti dell’impossibile. Pronto ed affrontare il grosso rischio di ritrovarsi anche lui in quel mare di tempesta nel quale si trova oggi la giunta Valenti, in difficoltà non solo per le varie emergenze, ma anche per l’ordinaria amministrazione.
In bocca al lupo al nuovo assessore, che comincia alleggerendo i suoi colleghi del peso di alcune deleghe (e questo non è cosa di poco conto), e in bocca al lupo anche a chi ha “gestito” questa operazione ed ha convinto in poco tempo un professionista che opera nel campo della sanità e che ora ci mette la faccia entrando in campo a 30 minuti dalla fine e con una squadra che sta perdendo con almeno quattro reti di scarto.