E’ morta Caterina Santamaria, combattente e pasionaria della sinistra che fu
AGRIGENTO. “Caterina impersonava, anche nella sua fisicità essenziale, il senso dell’apostolato comunista di un tempo. La sua dedizione alla causa sembrava assorbire ogni sua energia. Eppure era uno spirito libero, coraggioso”, ricorda Giovanni Taglialavoro.
Caterina era una pasionaria, una combattente che incarnava la vera sostanza della lotta a difesa dei lavoratori. Una comunista d’altri tempi che ha lasciato scorrere nelle sue vere la carica di una forza combattiva senza risparmio di fatiche.
“Caterina, storica compagna combattente. Incarnava, con naturalezza, i più nobili valori della solidarietà, dell’uguaglianza tra gli esseri umani. Paladina dei diritti delle donne, valorosa combattente per l’affermazione dei diritti sociali. Addio Caterina, resteranno, a peritura memoria il tuo esempio e i tuoi insegnamenti”, commenta Orazio Guarraci.
La Cgil agrigentina la ricorda come “storica sindacalista della Cgil e del Movimento sindacale unitario, protagonista di tante battaglie civili, sociali e politiche per il progresso, l’emancipazione femminile e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. una grande perdita per la cgil agrigentina e siciliana”.
Caterina Santamaria era nata a Monforte S. giorgio, in provincia di Messina, giovanissima si era trasferita a Ragusa per lavorare nella segreteria della federazione del Pci. A metà degli anni settanta si trasferisce ad Agrigento, dove, dopo un breve passaggio alla federazione comunista, approda alla Cgil con l’incarico di segretario confederale che ha ricoperto fino alla pensione nell’anno 2012. Era stata anche segretaria generale della funzione pubblica e della filcea, sindacato dei chimici.
Dopo il pensionamento era impegnata nel sindacato pensionati(Spi), come componente della segreteria provinciale, dando un contributo fondamentale nel settore delle politiche socio-sanitarie.
“Donna di rara e acuta intelligenza politica, esempio di impegno e passione politica totalizzante, una delle figure più importanti del movimento sindale degli ultimi decenni. Con la sua morte scompare un pezzo importante della storia della Cgil e della sinistra agrigentina”, continua la Cgil.
Su espresso desiderio della stessa, non ci saranno cerimonie funebri, nè religiose né laiche. I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.