Ferragosto è alle spalle, la politica sonnecchia. Il sindaco chiama a raccolta i resti della maggioranza
SCIACCA.
EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE
Ferragosto è trascorso e segna l’inizio di una curva discendente per le presenze turistiche, già dimezzate a causa dell’emergenza sanitaria. Una estate breve, ma anche segnata da un’assenza di appuntamenti capaci di attirare l’interesse variegato degli ospiti e degli stessi saccensi. “Un’estatina” insipida, al contrario di altre realtà dove, pur nel rispetto delle regole anticontagio covid, è stato offerto un ventaglio di iniziative di alto livello e variegato. Un’estate che segna anche da parte della Regione la classificazione di “non idonea” alle proposte da finanziare presentate dal Comune, nella fattispecie dall’assessore al Turismo e allo Spettacolo. Ma questo è un altro argomento che dovrebbe porre un interrogativo a chi guida la propria giunta, un interrogativo sulla qualità di alcuni assessori, uno dei quali era stato osannato per i suoi “metodi” internazionali da applicare, le cui doti mirabolanti erano sovrapponibili a quelli di CR7 ( gli amanti del calcio e dello sport sanno a chi corrisponde la sigla).
Ferragosto, dunque, è trascorso. La politica è in fase di risveglio. A tracannare molti caffè, supporto indispensabile per uscire dal sonno, è ciò che rimane da fare alla maggioranza. Brandelli che, di fatto, l’hanno trasformata in una forza assai minoritaria che non riesce a garantirsi neanche il numero legale per la validità delle sedute consiliari, né puntare con certezza all’approvazione di atti finanziari importanti come il bilancio preventivo. In buona sostanza, oggi le opposizioni sono in grado di emendare il bilancio preventivo e farlo su misura, sconvolgendo l’indirizzo politico proprio dell’Amministrazione.
Il sindaco Francesca Valenti è prossima a convocare una riunione di coalizione. Forse usare il termine colazione è errato, visto che dal mondo iniziale uscito vittorioso dalle elezioni si sono distaccate intere aree formando altri “continenti”. L’iniziale maggioranza ha riproposto con successo la deriva dei continenti che ha frantumato l’interezza del globo all’alba dei tempi.
Su questa base, il sindaco Francesca Valenti deve riunire ciò che resta. Deve fare i conti con l’allontanamento di Italia Viva. Un allontanamento che non è più una frattura componibile. I cusumaniani hanno fatto quadrato attorno all’idea di essere distinti ma anche distanti dall’Amministrazione. Né ritorno del figliol prodigo, né ingressi in giunta.
Altra matassa da dipanare è la questione che riguarda l’ormai inesistente realtà di Sicilia Futura, quel partito regionale i cui referenti politici erano Michele Cimino e Salvatore Cascio, ambedue non rieletti all’Ars. Il patto elettorale prevedeva una staffetta a metà mandato. Il patto consisteva nel passaggio della staffetta tra l’assessore Gisella Mondino, espressione del gruppo Cimino, e una new entry da attribuire al gruppo di Cascio. L’entrata in giunta di Alberto Sabella non è scontata. Anzi, potrebbe essere questo un ulteriore nodo che si presenta nelle mani del sindaco. Se è vero che Sicilia Futura ha in Consiglio comunale Elvira Frigerio e Alberto Sabella, è pure vero che i due non sono legati da colla robusta. La Frigerio è sempre stata con la Valenti senza se e senza ma, Alberto Sabella ha spesso pronunciato interventi di critica costruttiva, spesso non accolti.
Era nell’idea l’allargamento della giunta da cinque membri a sette. Una opportunità che poteva fungere da richiamo delle sirene. Ma la situazione attuale è ben diversa e i brandelli della maggioranza navigano su mare in burrasca. L’entrare in giunta in un mare così in burrasca non richiama come il soave canto delle sirene; né l’albero della barca è così robusto da assicurare la tentazione che mise a dura prova Ulisse. Rimangono 22 mesi alla fine del mandato. Non c’è il tempo necessario per virare su una nuova rotta per intraprendere una navigazione verso una “ripresa” della politica amministrativa, né “un cambio di passo “, né “nuova linfa”.
Il sindaco Francesca Valenti, su una base numerica che nelle migliori ipotesi si attesta su 7 consiglieri, non può immaginare si navigare con l’ausilio di qualche marinaio dell’altra sponda che dà una remata alla bisogna. Il gap è notevole e ipotesi di giochetti di qualche consigliere di opposizione non hanno quella carica propulsiva necessaria. E qui, risuona forte come le campane del Vaticano, lo sfogo di Fabio Leonte, bisogna fare chiarezza, così non è possibile andare avanti. E se lo dice un politico di lungo corso, allora è più che un allarme. Forse è un si salvi chi può. In gergo marinaro, è l’abbandono della nave che si inabissa.
Le opposizioni, se sono unite e compatte, oggi hanno le redini tra le mani. Possono, cioè, far prevalere la loro politica e sconvolgere il bilancio consuntivo con la presentazione e approvazioni di emendamenti che, di fatto, imprimono una rotta diversa da quella tracciata dall’Amministrazione.
Il sindaco deve fare anche i conti con una realtà: la sua amministrazione si è colorata di rosso profondo divenendo un monocolore PD, il contrario della sostanza della sua campagna elettorale che esaltava la distanza dai partiti e il valore del civismo.