Spese pazze all’Ars, arrivano le condanne. C’è anche per il sindaco di Catania Salvo Pogliese
SICILIA. Cinque condanne per le spese pazze dell’Ars. Soldi destinati ai gruppi parlamentari e spesi in modo disinvolto. Pasta fresca, borse Vuitton e Nazareno Gabrielli, la retta dell’asilo, gli infissi nuovi, le automobili personali, la collezione di Diabolik. Tra i destinatari delle condanne c’è anche Salvo Pogliese, attuale sindaco di Catania, colpevole di peculato continuato. Pogliese, in base alla legge Severino rischia la decadenza. Nel frattempo scatta la sospensione per diciotto mesi. Unico assolto Titti Bufardeci (scagionato con la formula un tempo dubitativa, oggi abolita dal codice).
La sentenza di condanna è stata emessa dalla terza sezione del Tribunale di Palermo, dal collegio presieduto da Fabrizio La Cascia, a latere Daniela Vascellaro e Elisabetta Stampacchia.
Per Rudy Maira la condanna è stata di 4 anni e 6 mesi anziché. Queste le condanne: anni e 3 mesi per Salvo Pogliese; Cataldo Fiorenza 3 anni e 8 mesi; Giulia Adamo 3 anni e 6 mesi; Livio Marrocco 3 anni.
Ha tenuto l’impianto accusatorio della Procura di Francesco Lo Voi, sostenuto dal pool oggi guidato dall’aggiunto Sergio Demontis,. C’era anche un settimo imputato, Nunzio Cappadona, ma è scomparso ed è stato prosciolto per morte.
Varie le pene accessorie, tra cui l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Pogliese e Maira, mentre Adamo, Marrocco e Fiorenza l’hanno avuta per due anni e mezzo. Pogliese e Maira, se la sentenza diventerà definitiva, vedranno estinti i propri rapporti di lavoro o di impiego con enti pubblici, amministrazioni o enti a prevalente partecipazione pubblica.
Saranno confiscate per equivalente le somme di cui gli imputati si sarebbero appropriati illecitamente e dovrà essere risarcita l’Ars, che era parte civile.
L’accesso degli investigatori all’Assemblea regionale siciliana avvenne il 14 gennaio 2014.
Nel mirino delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza furono soprattutto le legislature 2008-2012 e quella iniziata otto anni fa. Una novantina i deputati finiti sotto inchiesta, in più riprese, e passati attraverso procedimenti paralleli sia nel penale che davanti alla magistratura contabile, con esiti diversi, fra archiviazioni chieste dagli stessi pm, proscioglimenti e condanne a risarcire l’erario, decise dalla Corte dei conti.
Finora, penalmentee, si era registrata solo la colpevolezza di Innocenzo Leontini. L’ex capogruppo del Pdl, poi divenuto eurodeputato di Fratelli d’Italia, era stato condannato dal Gup a due anni davanti al Gup Riccardo Ricciardi, l’11 luglio 2016, col rito abbreviato, ed era stato assolto il 7 giugno 2019 in appello, con la formula perché il fatto non sussiste.
Cateno De Luca, attuale sindaco di Messina, era stato scagionato direttamente dal giudice Ricciardi e il ricorso in Cassazione della Procura contro la sua assoluzione era stato respinto. Così come la Suprema Corte
aveva confermato i proscioglimenti di Francesco Musotto, Nicola D’Agostino, Nunzio Cappadona, Marianna Caronia e Paolo Ruggirello, quest’ultimo poi oggetto di inchieste di mafia.
Livio Marrocco, ex capogruppo di Futuro e Libertà, viene condannato per essersi appropriato di 3.961,53 euro. Rudy Maira, che guidò il gruppo dell’Udc e poi del Pid: 82.023,30 euro. Somme che
per tutti verranno confiscate. A Salvo Pogliese i giudici contestano 75.389,08 euro: ci sono 31.395,75 euro che l’ex vice capogruppo dell’allora Pdl si sarebbe versato in assegni. Soldi che aveva anticipato, si è difeso lui, assistito dagli avvocati Giampiero Torrisi e Enrico Sanseverino, sostenendo di esserseli poi ripresi. Ci sono 41.183.13 euro per rifornimenti di carburante, consumazioni anche negli american-bar e da Mc Donald , soggiorni in hotel con i familiari e il proprio autista personale. Ci sono 280 euro per la retta della scuola per l’infanzia del figlio, 1200 per lavori effettuati nello studio del padre Antonio Pogliese, avvocato, con la
«sostituzione di varie serrature e varie maniglie per porte, con saldature, pulitura con flex nelle parti ossidate con passaggio di pittura antiruggine».
E poi strenne a tempesta: 40 confezioni regalo. Stessa cosa per Rudy Maira: 6386,60 euro comprensivi di 23 ceste natalizie (2086 euro) e di 2300 euro spesi in una enoteca, oltre ad acquisti nella gioielleria
Palumbo. Ma soprattutto per il politico nisseno pesano i due contratti di leasing per Audi A6 V6 3.0 Fap, uno da 48.177,72 euro, l’altro da 29.758,98. Auto sue personali. Marrocco risponde pure dell’acquisto di fumetti di Diabolik (179,40 euro: ha spiegato che erano allegati ai quotidiani, che comprava legittimamente, più 1782 e 1651 euro impiegati per «acquisto di pasta fresca, abbigliamento, articoli da profumeria, ottica, lavanderia, revisione motociclo personale».
Giulia Adamo, che ha girovagato tra i gruppi Misto, Sicilia, Fli e Udc, è condannata per 11.221,98 euro: enoteca Picone, Vino Veritas, Nazareno Gabrielli, Louis Vuitton, Hermes i posti dove comprava. Così come Cataldo Fiorenza (condannato per 16.220 euro), del Gruppo Misto, mise a carico del contribuente 2446.90 euro spesi pure per un barbecue Weber Summit S-450 inox e tre candele di citronella. Oltre a 637
euro per il cenone di Capodanno 2012 di una sua collaboratrice e di altre tre persone.